Vaticano e Giordania al lavoro, fra Cristianesimo ed Expo

Padiglione Santa Sede, Expo
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A pochi giorni dalla riapertura del sito dell’Expo di Milano, si dà il via ad un progetto per creare lavoro tra i profughi in Giordania con i fondi raccolti in Expo dalla Santa Sede, mentre il legame fra il Vaticano e lo Stato mediorientale appare sempre più saldo.

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Nel padiglione Expo della Santa Sede si farà ricerca

Padiglione Expo Santa Sede, parete fotografica
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Non una chiesa e neppure un museo. È notizia di poche ore fa che il padiglione Expo della Santa Sede non verrà demolito, come inizialmente preventivato. Diverrà invece una delle strutture del nuovo centro di ricerca che dovrebbe sorgere sul sito dell’Esposizione Universale di Milano 2015.

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Il Papa non sarà a Milano. Non tutte le strade portano al Duomo

Video-messaggio di papa Francesco per l'inaugurazione dell'Expo di Milano 2015.
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È di poche ore fa la notizia del rinvio da parte di papa Francesco della visita a Milano prevista per il prossimo 7 maggio. Non è la prima volta che le strade del Pontefice argentino e della Diocesi milanese – e del suo vescovo – divergono. Puntuali, invece, le dietrologie.

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Giordania e Santa Sede. Expo di carità, panettoni e turismo

Giordania. Profughi Siria e Iraq
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Si moltiplicano anche negli ultimi giorni dell’Expo le iniziative della Santa Sede in favore dei profughi in Giordania. A loro verranno presto devoluti i 100 mila euro raccolti in questi mesi, ai quali si aggiungerà il ricavato della distribuzione di panettoni natalizi prevista per domani. Mentre l’ente per il turismo giordano guarda a papa Francesco.

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Sipario sull’Expo. «Non dimentichiamo la parabola del chicco di senape». Intervista a don Giuseppe Vegezzi

Bilancio sull'Expo. Intervista a don Giuseppe Vegezzi, decano di Rho
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Nella generale trasformazione delle iniziali perplessità in euforico orgoglio nazionale cui si è assistito in questi mesi, presenze come quella della Santa Sede e di altre realtà quali Caritas e Casa Don Bosco, hanno costituito elementi di chiarificazione e discontinuità rispetto al resto dell’Expo di Milano. «Sicuramente un piccolo seme in un grande marasma. È stato importante che la Chiesa sia stata presente con questi luoghi, che in un certo senso andavano un po’ contro corrente», sottolinea don Giuseppe Vegezzi, decano di Rho, territorio che ha fisicamente accolto l’Expo.

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