Giordania e Santa Sede. Expo di carità, panettoni e turismo

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Si moltiplicano anche negli ultimi giorni dell’Expo le iniziative della Santa Sede in favore dei profughi in Giordania. A loro verranno presto devoluti i 100 mila euro raccolti in questi mesi, ai quali si aggiungerà il ricavato della distribuzione di panettoni natalizi prevista per domani. Mentre l’ente per il turismo giordano guarda a papa Francesco.

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A fine luglio ammontavano a 1,4 milioni i profughi che avevano trovato rifugio in Giordania, generando un aumento del 20% della popolazione residente, secondo quanto riportato da Ibrahim Saif, ministro giordano dell’energia. È alle migliaia di famiglie e di bambini in fuga dalla guerra di Siria e Iraq che verranno presto destinati i 150 mila euro donati dagli oltre 1,5 milioni di visitatori che in questi sei mesi di Expo milanese sono passati dal padiglione della Santa Sede. Un gesto di vera carità che richiede un po’ di coraggio, secondo quanto recita una frase di papa Francesco posta a lato della cassa delle offerte. La raccolta, avvenuta in collaborazione con il Pontificio Consiglio Cor Unum, verrà destinata attraverso la Chiesa locale al finanziamento di progetti nel campo dell’educazione e del sostegno alle necessità delle famiglie.

A questa iniziativa di lungo periodo, si aggiungerà domani la distribuzione, sempre dietro libera donazione, di 2 mila panettoni da un etto all’esterno del padiglione Expo della Santa Sede. Complice un Natale neppure troppo lontano, un’occasione in più per fare del bene. Tra due mesi è Natale: fai un regalo a chi lo passerà nei campi profughi della Giordania, questo lo slogan dell’iniziativa. Nello specifico, la somma sosterrà le spese scolastiche di 1.750 bambini e ragazzi, profughi in diverse aree della Giordania in arrivo dalle zone di guerra di Iraq e Siria: cristiani, musulmani e yazidi in fuga dalle violenze che devastano le loro terre d’origine. Un accordo siglato nel 2014 tra il governo Giordano e la Caritas locale ha già consentito ad oltre 7.500 siriani di essere aiutati da Caritas Giordania.

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Papa Francesco, turismo in Giordania
Papa Francesco, turismo in Giordania

Una vicinanza, quella fra l’attuale Pontefice e la Giordania, che è cresciuta dopo il viaggio in Terra Santa del maggio 2014, «molto breve e molto intenso» come fu quello di Paolo VI nel 1964, come lo aveva definito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Già nel suo discorso alle autorità giordane, il 24 maggio 2014, papa Francesco aveva elogiato il Paese per la sua «generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza merita […] la stima e il sostegno della comunità internazionale. La Chiesa Cattolica, secondo le sue possibilità, vuole impegnarsi nell’assistenza ai rifugiati e a chi vive nel bisogno, soprattutto tramite Caritas Giordania».

Un apprezzamento cresciuto col tempo da ambo le parti, tanto che nell’ultima campagna pubblicitaria a favore del turismo in Giordania organizzata dal Jordan Tourism Board, compare una degli scatti più significativi del Pontefice, immortalato nell’atto di far volare una colomba. A completare la locandina, un’immagine della chiesa ortodossa intitolata a san Giovanni Battista, lungo il corso del Giordano, e lo slogan Giordania. Una terra di religiosa armonia.

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