Unità e memoria, ma anche papa Francesco nell’invocazione del gesuita Leo O’Donovan per l’amministrazione Biden. Cos’è cambiato dall’invocazione del card. Richard J. Cushing al tempo di John Fitzgerald Kennedy. L’importanza (politica) di una sponda religiosa e le recenti fratture nella comunità cattolica negli Stati Uniti.
Simone M. Varisco
Preghiera, fede e sant’Agostino. Joe Biden vince la partita dei “presidenti cattolici” (più uno)
Se il numero di richiami alla religione nel proprio discorso inaugurale costituisse di per sé un valore aggiunto, vincerebbe a mani basse Joe Biden con almeno una decina di riferimenti, seguito da Donald Trump con sette e da John F. Kennedy con cinque. In attesa dei fatti.
Essere un “presidente cattolico” non è più di moda
Al tempo di Al Smith fu una mezza sconfitta, e per John Kerry una sconfitta completa. Al tempo di John Fitzgerald Kennedy fu uno scandalo. E quello di Joe Biden, forse, è il tempo dell’indifferenza. Perché essere un “presidente cattolico”, negli Stati Uniti, non va più di moda.
E non abbandonarci all’insediamento (di un nuovo Presidente Usa)
Alle cerimonie di insediamento dei nuovi Presidenti Usa si prega. Pregano i cristiani, e non solo. Così sarà anche con Joe Biden, il prossimo 20 gennaio, con il ritorno del Cattolicesimo (e dei Gesuiti) sulla scena, come già con Donald Trump. Con risultati tutti da verificare.
Buon Natale in dieci (più una) opere d’arte
«Con l’arte di far vedere come è nato Gesù», ricorda papa Francesco dopo l’Angelus di domenica, riferendosi ai presepi in mostra sotto al Colonnato di San Pietro. «La vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità», lo precede Paolo VI nel 1964, nel celebre discorso agli artisti pronunciato nella Cappella Sistina il 7 maggio di quell’anno. Mai facile, il rapporto fra la Chiesa e gli artisti, con le «tribolazioni» imposte da questa e l’«abbandono» o le «offese» di quelli, come ammette lo stesso Montini. Eppure i tanti modi dell’arte rimangono fondamentali, non soltanto nella storia, ma anche nel presente e nel futuro della Chiesa e dell’evangelizzazione. E viceversa: il sacro ha sempre abitato l’arte, persino negli anni delle rivoluzioni, dei totalitarismi, degli ateismi, anche del nostro tempo. Perché la via pulchritudinis, il cammino della bellezza, è irrinunciabile per l’arte, pena il condannarsi al silenzio. Ciò è tanto più vero in questo nostro tempo, ferito dagli spazi angusti del distanziamento, della solitudine, delle molte brutture, anche contro l’uomo.
A tutti i lettori e lettrici buon Natale, con il respiro largo dell’arte. E un piccolo viaggio.
– Simone M. Varisco
Per papa Francesco il battesimo il 25 dicembre e quel viaggio in Iraq
La coincidenza di due date: il Natale e il battesimo di Jorge Mario Bergoglio. Ma anche di due realtà fondamentali per papa Francesco: il sacramento e la comunità cristiana. Soprattutto laddove questa è perseguitata, come accaduto in Iraq.