In principio fu il giaccone, ispirato al piumino bianco effetto rapper di Balenciaga. Oggi è il tempo delle mascherine per l’ossigeno. Evoluzione, se così si può dire, dell’intelligenza artificiale. Ma non dell’intelligenza di chi ne fa uso.
Dal 14 febbraio, giorno dell’ingresso di papa Francesco al Policlinico Gemelli, si sono moltiplicate le manipolazioni. E non mi riferisco qui alle voci insistenti sulle sue “dimissioni”.
Del flusso di notizie sulla salute del pontefice, da qualche giorno fa parte anche un numero crescente di false fotografie e animazioni, realizzate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Alcune di queste si collocano da sé nel limbo che sta fra il devozionale e l’assurdo, con Gesù, Maria e gli angeli al capezzale di Francesco.

Altre sono costruite per essere particolarmente verosimili, oltre che insidiose: macchinari per la rianimazione, mascherine per l’ossigeno, cannule. Risultato del cosiddetto deepfake, ultima tossina della disinformazione, capace di contagiare anche non pochi messaggi di preghiera di ignari sprovveduti. Ironia della sorte, molti dei falsi “meglio” riusciti sono stati realizzati con Grok, l’intelligenza artificiale di X, vanto di Elon Musk.
Da un lato, papa Francesco si conferma un fenomeno virale con pochi rivali. Dall’altro, l’impulso di distinguersi – seppure in un momento che preoccupa la gran parte dei credenti – è per alcune persone irresistibile, e vale il rischio di passare il segno del cattivo gusto.

Falsificazioni di questo genere hanno il potenziale per generare confusione, sostenere la propaganda di fazione, per non parlare del ruolo nelle truffe. Il buon senso dovrebbe costituire un antidoto sufficiente contro certe manifestazioni velenose della rete, ma non è una garanzia.

È utile ricordare che ben difficilmente saranno rese disponibili fotografie autentiche di papa Francesco in ospedale. Dal 1996, quindici anni dopo l’attentato a Giovanni Paolo II (e una delle fotografie più celebri del suo pontificato, che lo ritrae, sorridente e dolorante, in un letto d’ospedale) la costituzione apostolica Universi Dominici gregis dello stesso papa Wojtyła chiarisce che «a nessuno è lecito riprendere con alcun mezzo immagini del Sommo Pontefice sia infermo a letto sia defunto, né registrarne con alcuno strumento le parole per poi riprodurle» (n. 30).

Dimostrazione che la curiosità morbosa, e un certo tipo di speculazioni, non conoscono epoca. Soltanto, in tempi non meno sospetti ma solo meno tecnologici, ci si doveva limitare al più vecchio degli stratagemmi: il furto.
A questo ricorre nel 1958 il già controverso archiatra Riccardo Galeazzi Lisi, il “medico del papa”. Nella notte del 5 ottobre di quell’anno Pio XII è colpito da ischemia. Mentre è in stato comatoso, intubato e vegliato da una suora, Galeazzi Lisi gli scatta segretamente alcune fotografie, vendendole al rotocalco francese Paris Match. Il giorno successivo, inaspettatamente, Pio XII si riprende, per morire il mattino del successivo 9 ottobre. Galeazzi Lisi si renderà a quel punto responsabile anche del grottesco processo di imbalsamazione del corpo del papa. Perché il problema non sta nella sovrabbondanza di intelligenza artificiale, ma nel difetto di quella naturale. E di etica.

© Vuoi riprodurre integralmente un articolo? Scrivimi.
Sostieni Caffestoria.it

Vi ringrazio per quello che state facendo per la Persona del Sommo Pontefice, l’attuale Vicario di Cristo, Papa Francesco, che Nostro Signore Gesù Cristo ha confermato nella fede, anche nella successione di Cefa, San Pietro.
Sia san Luigi Orione che santa Teresina di Gesù Bambino lo hanno definito “il Dolce Cristo in terra”. Noi battezzati cristiani abbiamo l’obbligo morale, aggiungo spirituale, di sostenerlo sempre invocando a suo personale sostegno san Michele Arcangelo, suo difensore e protettore, e ancor di più la Beata Sempre Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, ma in particolare san Giuseppe, soprattutto in questo mese di marzo a lui dedicato.
Imitiamo pertanto tutti santa Caterina da Siena. Il Sacro Manto di san Giuseppe supplicato per 30 giorni lo assisterà in misura straordinaria nella sua missione circa il “primato petrino”.
Non dimentichiamo che il papa ha dedicato di recente una particolare attenzione a san Giuseppe, componendo anche una bella e semplice preghiera, in quanto Patrono della Chiesa universale o meglio cattolica.