Mare, luogo di villeggiature estive. Da sempre simbolo di libertà, romanticismo e meraviglia. Ma oggi anche sistema in pericolo, quasi a sfatarne la sua maestosità, che nei secoli ha suscitato un timore quasi reverenziale. Del mare spesso dimentichiamo, però, gli aspetti meno scontati: quelli legati al duro lavoro e alla spiritualità. In verità, profondamente connessi fra loro.
Provo a raccontarlo nel mio nuovo libro, I marinai non bussano mai invano. Per una storia dell’Apostolato del Mare in Italia (Tau Editrice, 2024), scritto per la Fondazione Migrantes e l’ufficio nazionale per l’Apostolato del Mare della Conferenza episcopale italiana.
Un libro di storia, sulle storie. Storia è annodare cime destinate a ricongiungersi. Come accade in mare, dove il rapporto con la storia – e con la fede – è talvolta più saldo che a terra. Ne è un’espressione l’Apostolato del Mare, l’opera ufficiale della Chiesa cattolica per il servizio pastorale della “gente di mare”: addetti al trasporto delle merci via mare, alla pesca, alla cantieristica navale, al servizio nei porti e alla crocieristica.
Ampia parte del libro è dedicata agli sviluppi della pastorale dei marittimi in Italia: dalla fase pionieristica di fine Ottocento alle difficoltà del confronto con due guerre mondiali, dalla ripresa alla riorganizzazione degli anni Sessanta e Settanta, fino alle più recenti sensibilità e alle prospettive future di una società sempre più tecnologica e alienante.
Particolare risalto è dato all’internazionalità dell’Apostolato del Mare, alla sua propensione all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, alla salvaguardia dell’ambiente. Completano il libro gli scorci biografici di alcune fra le migliaia di vite spese al servizio dell’Apostolato del Mare o toccate da questo stesso impegno, insieme ad una fotografia del presente e del futuro del mondo marittimo.