Il Natale di scrittori e pittori. Intervista per ACI Stampa

Natale fra pittura e e letteratura, Varisco, Alliata
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«Il Natale, quello vero, è un grande aggregatore di opposti: ci parla di nascita e di morte, quella prefigurata in croce, di rifiuto e di tenerezza, di ricchezza e di povertà, di semplicità e di mistero, di qualcosa di atteso eppure di straordinariamente nuovo e diverso. È impossibile non rimanerne catturati, anche solo come esseri umani. Tanto più come scrittori e pittori».

È uno dei passaggi dell’intervista rilasciata ad ACI Stampa sul nuovo libro Il Natale fra pittura e letteratura, scritto insieme a don Paolo Alliata e nato sulle pagine digitali di questo blog.

Un modo per raccontare – e, speriamo, vivere – il Natale. Proposito nulla affatto semplice, «perché, pur nella sua potente forza evocativa, il Natale cristiano è un sussurro, una brezza leggera dentro una donna e un villaggio della Galilea: non è vento, fuoco o terremoto perché in giornate distratte come quelle che viviamo ci si fermi ad ascoltare».

QUI l’intervista integrale.

De Gasperi, il Natale e “Mana”. E la vuota Europa

Alcide De Gasperi, Sella, Natale
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«Sono passati ormai centinaia e migliaia di anni…». Potrebbe essere l’inizio di una fiaba. Invece è l’inizio della storia del Natale. Quella vera, incominciata – se così si può dire – in Palestina due millenni fa. A questa si intessono infinite storie. Anche quella di Alcide De Gasperi, autore delle parole in apertura. E di un regalo per “Mana”.

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Buon Natale in dieci (più una) opere d’arte

Buon Natale 2020 arte
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«Con l’arte di far vedere come è nato Gesù», ricorda papa Francesco dopo l’Angelus di domenica, riferendosi ai presepi in mostra sotto al Colonnato di San Pietro. «La vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità», lo precede Paolo VI nel 1964, nel celebre discorso agli artisti pronunciato nella Cappella Sistina il 7 maggio di quell’anno. Mai facile, il rapporto fra la Chiesa e gli artisti, con le «tribolazioni» imposte da questa e l’«abbandono» o le «offese» di quelli, come ammette lo stesso Montini. Eppure i tanti modi dell’arte rimangono fondamentali, non soltanto nella storia, ma anche nel presente e nel futuro della Chiesa e dell’evangelizzazione. E viceversa: il sacro ha sempre abitato l’arte, persino negli anni delle rivoluzioni, dei totalitarismi, degli ateismi, anche del nostro tempo. Perché la via pulchritudinis, il cammino della bellezza, è irrinunciabile per l’arte, pena il condannarsi al silenzio. Ciò è tanto più vero in questo nostro tempo, ferito dagli spazi angusti del distanziamento, della solitudine, delle molte brutture, anche contro l’uomo.

A tutti i lettori e lettrici buon Natale, con il respiro largo dell’arte. E un piccolo viaggio.
Simone M. Varisco

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