Un cognome francese pronunciato con accento statunitense, ma che si potrebbe declinare allo stesso modo in diversi dialetti dell’Italia Settentrionale. Che sia il prévôt del francese moderno o il preost dell’inglese in uso tra la fine dell’XI secolo e il XV, che riecheggia nel prevòst milanese e piemontese e nel preòst di altre parlate lombarde. Simile è il significato – in italiano, prevosto è un presbitero in possesso di un ruolo preminente in una chiesa o in un territorio, ma in origine indicava anche un amministratore reale, in campo giuridico e militare – e medesime sono le radici, nel latino præpositus, participio passato di præponere, “mettere a capo”, ma pure dal latino tardo presbyter, da presbyteros, comparativo di presbys, ossia “anziano” (da qui, anche l’italiano prete), che in greco antico suonano πρεσβύτερος (presbúteros) e πρέσβυς (présbus), con uguale riferimento alla maturità.
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Condividere e illuminare al modo di Francesco
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Condividere significa “starci dentro”, tanto da sentire sotto le dita la carne di Cristo nei fratelli, tanto che il gregge finisce con il passarti il suo odore. Significa venire presi dalla fine del mondo e lasciarsi prendere fino agli ultimi giorni, quando ciò che resta è poco più di un poncho.
Dal Giubileo a Sinner. Gli articoli più letti del 2024
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La classifica degli articoli più letti del 2024. Scenari globali e attualità, le diverse forme della bellezza, ma soprattutto molta Chiesa.
Come un campo di bocce
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Come nel gioco delle bocce, ciò che conta sono il pallino e il campo. E il loro continuo mutamento.
Giubileo. 25 anni dopo, la nostra speranza è offuscata
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Dopo aver fatto trascorrere una generazione disconoscendo il Dio fatto uomo, qual è il mondo che abbiamo partorito nella nostra libertà? Abbiamo bisogno di speranza come mai prima d’ora.