Parsi: «Riformare l’Onu? Il rischio è di perderlo del tutto. La leadership delle democrazie occidentali non è più incontestata»

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A quasi 80 anni dalla nascita dell’Onu «ricostruire qualcosa del genere sarebbe impossibile», spiega Vittorio Emanuele Parsi. E se il Consiglio di sicurezza può sembrare inefficace, «le agenzie specializzate dell’Onu esistono solo perché esiste l’Onu, e il loro lavoro, per molte persone sparse nel mondo, fa la differenza tra la vita e la morte». Alternative possibili? «Nessuna. L’Onu si occupa della sicurezza collettiva, che è un punto di arrivo e un auspicio. La Nato si occupa della sicurezza comune delle democrazie. Ed è chiaro che è insostituibile in questo momento».

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Ritrovare l’Onu perduta tra il fumo di Kiev

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Lo scorso aprile, ai piedi del fumo che si innalzava tra i palazzi di Kiev bombardata, si stava concludendo la conferenza stampa congiunta del presidente ucraino Zelensky e del segretario generale dell’Onu Guterres. A quasi 6 mesi da allora, dopo il ritorno dei missili sulla capitale ucraina, le immagini mostrano lavoratori colti nel traffico e cittadini impegnati con la spesa. Anche questo, nella sua accidentalità, è un segno.

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Unesco, una donna ebrea alla guida. Quando la bellezza è terreno di scontro

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Cenerentole delle finanze statali, terreno di scontro sul piano internazionale. Sembra essere questo il triste destino di storia, cultura e bellezza, simboli di animi che si scaldano rapidamente. Mentre all’Unesco, accusato di politiche contro Israele e tornato nelle ultime ore al centro di una bufera in sordina, si prova a voltare pagina. Anche con una nuova direttrice ebrea.

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La compagnia delle religioni. La Turchia, l’Onu, Francesco

Marten van Valckenborch il Vecchio, La Torre di Babele, 1595, Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister.
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L’imminente viaggio apostolico del Pontefice in Turchia e il recente appello dell’ex presidente israeliano Shimon Peres per la fondazione di un organismo che raggruppi le principali confessioni religiose, una “Onu delle religioni”, dovrebbero far riflettere sul senso del dialogo inter-religioso e sul ruolo della fede e delle religioni nel mondo, proprio mentre emergono con crescente chiarezza i limiti delle Nazioni Unite, sempre più in balia di imbarazzanti interessi nazionali e nazionalistici.

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