Il 7 ottobre la presentazione a Roma del XXXI Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes

Rapporto Immigrazione 2022 Caritas Italiana Fondazione Migrantes
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Sarà presentata a Roma venerdì 7 ottobre 2022 presso il Centro Congressi Aurelia (via Aurelia 796) la XXXI edizione del Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, organismi pastorali della Conferenza Episcopale Italiana. Tema (e titolo) di quest’anno “Costruire il futuro con i migranti”, con riferimento al Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022.

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Giovedì 8 ottobre la presentazione del Rapporto Immigrazione 2020

Rapporto Immigrazione Caritas Migrantes 2020
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Sarà presentata domani, giovedì 8 ottobre, a Roma presso il Centro congressi Aurelia dalle ore 11.00 l’edizione 2020 del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, sul tema Conoscere per comprendere.

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Il mio nuovo libro sulla Giornata Mondiale del Migrante. Qualche anteprima e alcune confessioni

Simone M. Varisco - Il giorno di chi è in cammino. Storia della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in Italia
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Simone M. Varisco - Il giorno di chi è in cammino. Storia della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in Italia E siamo a sette. Ci si potrebbe leggere un significato biblico di totalità e completezza. La verità è che sembra piuttosto l’inizio di un cammino.

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Germania. In aumento i casi di Covid-19 connessi alle celebrazioni religiose (e a tutto il resto)

Messa Covid-19 coronavirus mascherine
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Dopo la ripresa delle celebrazioni religiose (e di molto altro), aumentano in Germania i nuovi casi di Covid-19. Le Chiese cristiane rassicurano, ma si teme la rottura della fragile intesa con il governo di Angela Merkel.

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Messa male. Il Papa, la Cei e il lungo tunnel delle celebrazioni senza popolo

Crocifisso Covid19 coronavirus prete mascherina guanti
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Celebrare senza popolo? Solo «per uscire dal tunnel, non per rimanere così». La CEI suona la carica all’attacco di Conte, ma papa Francesco mette la sordina.

Se la liturgia senza popolo avesse una “forma”, sarebbe quella di un tunnel lungo e accidentato. È questa la sensazione che si ha ripercorrendo le vicende che hanno accompagnato le celebrazioni senza concorso di popolo durante le settimane della pandemia di Covid-19. Fino alle pagine scritte nelle ultime ore, che sembrano inaugurare un nuovo capitolo.

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Nuova traduzione del Padre Nostro. Il vero problema non è quel “non indurre”

Gesù, Padre Nostro
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Continua a far parlare di sé la nuova edizione del Padre Nostro approvata a larga maggioranza dalla Conferenza episcopale italiana pochi giorni fa, nell’ambito di una più ampia revisione del Messale Romano. Se per l’effettiva adozione del nuovo testo si andrà con ogni probabilità al 2019 (si attende la valutazione della Santa Sede), la discussione, con sentimenti opposti, ha ormai raggiunto i fedeli, mischiandosi ad una buona dose di falsa informazione. Questa la versione più diffusa: papa Francesco ha cambiato il Padre Nostro. E poco importa che negli anni – almeno 16 di riflessione – l’adeguamento della preghiera cristiana per eccellenza abbia incassato il sostegno di personalità quali Benedetto XVI e i cardinali Giacomo Biffi e Carlo Maria Martini.

Diverso il caso di quanti, invece, vorrebbero spostare il confronto sull’opportunità teologica o linguistica del nuovo testo. Fra questi, il prof. Franco Ometto, docente di Islamistica sciita presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici di Roma, nonché di Linguistica e lingue moderne nelle università statali dell’Iran e di Teologia cristiana negli atenei islamici di Qum, sempre in Iran. A lui si deve anche la traduzione del Catechismo della Chiesa cattolica dal Latino al Persiano. Che, dal canto suo, assicura: rispetto al Padre Nostro «l’attenzione dei vescovi dovrebbe essere focalizzata non sul verbo inducas quanto sul termine tentatio, che al tempo di san Girolamo significava “esame”, “prova”». Del prof. Ometto l’intervento che segue, che ricevo e pubblico integralmente.

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