Perché anche la Chiesa, come il mondo, ha le sue “guerre”, frutto di una multipolarità che non ha mai stemperato il tradizionale bipolarismo fra blocchi contrapposti.
guerra
Equivicinanza e immoralità: quel ponte impossibile oltre la scia dei missili
Dopo l’Ucraina, lo scenario della diplomazia vaticana si complica con la possibile apertura di un fronte con Israele. Uno schema ricorrente, su cui vale la pena interrogarsi.
Ciò che un Occidente in crisi non vuole
Ci sono due cose che l’Occidente cerca in ogni modo di tenere fuori dei propri confini: la guerra e i migranti. Disconoscendo, in entrambi i casi, il proprio ruolo.
Mario Raffaelli: pace non è esito di una buona predicazione, ma della costruzione di un contesto di dialogo. In Mozambico così come in Ucraina
Un servizio, prima ancora che una mediazione. «Manifestare interesse, vicinanza, ascolto, perché il conflitto possa trovare percorsi di pace». È questa la chiave interpretativa del proprio ruolo suggerita dal card. Matteo Maria Zuppi nella veste di inviato del Santo Padre per «allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina». Sembra fargli eco il coordinatore del team di mediatori di cui faceva parte anche Zuppi in Mozambico all’inizio degli anni ’90, Mario Raffaelli: «Qualsiasi accordo diventa praticabile e realistico solo quando le parti in causa ritengono preferibile perseguire i propri interessi con il dialogo, anziché con la violenza». L’intervista.
L’ago di Francesco e la pace del Sultano
Per il bene della pace, la prima “missione” della Santa Sede sarebbe di ritrovare l’ago della bussola. Come ha fatto con la propria uno dei timonieri di questa crisi: il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.