Spettatori plaudenti di giochi gladiatori? Nella guerra fra Russia e Ucraina la via militare non è l’unica strada. Intervista al generale Marco Bertolini

Mariupol, Ucraina, guerra, Russia, Nato
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Può sembrare un paradosso, ma nella guerra fra Russia e Ucraina la via militare non è l’unica strada. «Sembra ci sia la tentazione di mantenere la guerra il più possibile». Perché in Ucraina non mancano fortissimi interessi internazionali. «Con l’elevazione dei toni, siamo “spettatori plaudenti” di questi “giochi gladiatori”». Vale a dire uno scontro al massacro, che si combatte anzitutto sul mercato delle armi. «In Afghanistan uno degli sforzi principali era recuperare i missili ceduti a suo tempo, perché non si era certi nelle mani di chi fossero finiti». E le armi biologiche? «La stessa accusa che veniva mossa ad Assad in Siria ora viene mossa a Putin, e questo è preoccupante». Con la Cina sullo sfondo. «Il saldamento fra due superpotenze complementari potrebbe portare alla nascita di un’entità temibile, sia economica che militare, con la quale fare i conti in futuro». Intervista al generale Marco Bertolini.

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In Ucraina è guerra contro l’uomo. «L’immensa complessità di ciò che sta attorno». Intervista a Riccardo Petrella

Riccardo Petrella, Ucraina, Russia, Stati Uniti, economia
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La guerra in corso in Ucraina è una violenza inaccettabile. Si può dire il frutto di quasi un secolo di responsabilità incrociate, diffidenze reciproche, impegni disattesi e differenti interpretazioni delle relazioni internazionali. Eppure, per molti versi, è anche la conseguenza di un pensiero sorprendentemente comune ai due schieramenti: la guerra contro l’uomo. Fra aspirazioni imperiali, pace imposta con le armi e un mondo che sta cambiando. È «l’immensa complessità di ciò che sta attorno alla guerra in Ucraina e la difficoltà di trovare una soluzione».

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Afghanistan. Ci piacciono gli eroi, ma non esserlo

Nicole Gee, Afghanistan
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«Occorre mettere fine alla politica irresponsabile di intervenire da fuori e di costruire in altri Paesi la democrazia, ignorando le tradizioni dei popoli». Poco importa – o forse sì – che ad affermarlo sia Vladimir Putin o Angela Merkel, citata per sbaglio da papa Francesco. Ciò che resta è il ritratto di un disastro in Afghanistan, annunciato da anni (odiosa la “sorpresa” con la quale si è reagito a livello istituzionale e politico), comune a decine di altri contesti passati, presenti o che già si profilano come futuri. Ma anche la fotografia di un fallimento personale e collettivo della politica, afflitta da incapacità evidenti – in Joe Biden, ma anche nei Presidenti che lo hanno preceduto, compreso un premio Nobel per la pace – e da altrettanto importanti criticità del sistema.

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Proprietà privata e vaccini. I Presidenti parlano di morale. E anche il Papa

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Gli alleati lungo la strada per l’immunità di gregge non sono mai troppi, e da qualche tempo la lotta al coronavirus si è spostata anche sul piano religioso. Parola di Presidente.

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E più non dimandare. Su donne e unioni gay Francesco risponde (anche) alla Chiesa in Germania

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«Si risponde: Negativamente». Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. C’è tutta la libertà di Dio in questo passo dell’Inferno di Dante: Egli può ciò che vuole. Che siano le leggi dell’universo o far attraversare ad un fiorentino l’inferno da vivo. Non così la Chiesa, che al proprio Signore è per natura assoggettata, si auspica felicemente.

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