New York, la città degli immigrati (cattolici)

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Negozianti yemeniti, nonne messicane, tassisti senegalesi, infermiere uzbeche, cuochi di Trinidad e Tobago e zie etiopi. All’elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York, però, manca qualcuno: gli immigrati che hanno fatto la storia della città.

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La storia di un Papa è la storia di tutti

Leone XIV, famiglia, storia, madre, padre, nonno, Prevost
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Un cognome francese pronunciato con accento statunitense, ma che si potrebbe declinare allo stesso modo in diversi dialetti dell’Italia Settentrionale. Che sia il prévôt del francese moderno o il preost dell’inglese in uso tra la fine dell’XI secolo e il XV, che riecheggia nel prevòst milanese e piemontese e nel preòst di altre parlate lombarde. Simile è il significato – in italiano, prevosto è un presbitero in possesso di un ruolo preminente in una chiesa o in un territorio, ma in origine indicava anche un amministratore reale, in campo giuridico e militare – e medesime sono le radici, nel latino præpositus, participio passato di præponere, “mettere a capo”, ma pure dal latino tardo presbyter, da presbyteros, comparativo di presbys, ossia “anziano” (da qui, anche l’italiano prete), che in greco antico suonano πρεσβύτερος (presbúteros) e πρέσβυς (présbus), con uguale riferimento alla maturità.

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Il fratello del Papa e le due Americhe

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Donald Trump, elicottero di Stato alle spalle, ammette di non avere in programma un incontro ufficiale con papa Leone XIV, si fa (di nuovo) gagliardo del favore politico del fratello Louis Prevost e poche ore dopo un carro armato israeliano prende di mira la parrocchia cattolica della Santa Famiglia a Gaza City, aggiungendo tre vittime alle oltre 60 mila dello sterminio in atto nella Striscia. La storia – e la comunicazione – è fatta anche di convergenze.

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