In guerre fatte di mostri e tenebre, la moralità è fra i concetti più evocati. E talvolta abusati.
attualità
Conversione e religione del mondo
Perché anche la Chiesa, come il mondo, ha le sue “guerre”, frutto di una multipolarità che non ha mai stemperato il tradizionale bipolarismo fra blocchi contrapposti.
La massa e i cani
“Cani” e “massa”. Sono due parole che emergono da chat agghiaccianti a definire i confini dell’ennesima terribile storia quotidiana, che ridesta dal torpore estivo e chiarisce nella maniera più dura che sono ben più che l’economia e l’ambiente ciò che una risacca implacabile ci sta portando via. Tutt’altro che un singolo episodio, accaduto nella periferia geografica della periferia dell’Europa, assurge a simbolo, segnale e denuncia del nostro tempo.
Il Vescovo, il Cavaliere e la pioggia nel pineto
“Allontana da me questo calice”, deve aver pensato mons. Mario Delpini alla notizia della celebrazione dei funerali di Stato di Silvio Berlusconi nel Duomo di Milano. L’esperienza, infatti, insegna che ad ogni pioggia di attenzione mediatica, non di rado maliziosa, Delpini ci lascia qualche ago. E così è stato anche questa volta.
Mario Raffaelli: pace non è esito di una buona predicazione, ma della costruzione di un contesto di dialogo. In Mozambico così come in Ucraina
Un servizio, prima ancora che una mediazione. «Manifestare interesse, vicinanza, ascolto, perché il conflitto possa trovare percorsi di pace». È questa la chiave interpretativa del proprio ruolo suggerita dal card. Matteo Maria Zuppi nella veste di inviato del Santo Padre per «allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina». Sembra fargli eco il coordinatore del team di mediatori di cui faceva parte anche Zuppi in Mozambico all’inizio degli anni ’90, Mario Raffaelli: «Qualsiasi accordo diventa praticabile e realistico solo quando le parti in causa ritengono preferibile perseguire i propri interessi con il dialogo, anziché con la violenza». L’intervista.