Auguri di un santo Natale 2018

Natività, Grechetto, buon Natale
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Come può risultare desiderabile il Natale? Lentius, profundius, suavius (“più lento, più profondo, più dolce”), invece che citius, altius, fortius (“più veloce, più in alto, più forte”).

Parafrasando Alexander Langer, a tutti i lettori l’augurio di vedere nascere, nella semplicità, la Verità. Buon Natale.

– Simone M. Varisco

Alexander Langer, politico, pacifista, scrittore, ambientalista e docente. Non lontano dal Cattolicesimo. Suicida nel 1995. Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo, 2011.

Nell’immagine: Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto (attribuita), Natività, 1609-1664, olio su rame, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso.

Francesca Saverio Cabrini. La sua vita “da film” in un film di grande attualità

Mother Cabrini, film, santa Francesca Saverio Cabrini
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Raccontare in un film la vita “da film” di una santa. Per molti era – e rimane – la “maestrina di Sant’Angelo Lodigiano”, ma la qualifica d’altri tempi non deve trarre in inganno: ad oltre cento anni dalla morte, Francesca Saverio Cabrini mantiene inalterata tutta la propria attualità. Come dimostra anche il film “Mother Cabrini” proiettato ieri in anteprima alla Filmoteca Vaticana.

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Scandalo, ultima frontiera. Ovvero perché il femminismo non salverà la Chiesa

Suora Chiesa
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La storia, la politica e la letteratura hanno già dimostrato che il tarlo del potere, della corruzione e della devianza non appartengono soltanto alla metà maschile del mondo. Così come la virtù e la santità. Una parità alla quale non sfugge neppure la religione. Nelle Chiese che hanno già raggiunto una sorta di equiparazione con la componente maschile, come è il caso di diverse denominazioni protestanti, gli scandali “al femminile” – economici o sessuali – purtroppo non sono più una novità.

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Il Padre Nostro dello Yemen. La tentazione e il pane quotidiano

Bambino, Yemen, fame
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L’attenzione internazionale e poi il silenzio, o quasi. È il destino dei simboli. Piccoli scorci di un mondo più grande, spesso triste, che appaiono e scompaiono, oscurati dal quotidiano. Un risveglio all’amara realtà per quanti avevano riposto le proprie speranze nella libertà e nell’immediatezza garantite dalla Rete.

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Nuova traduzione del Padre Nostro. Il vero problema non è quel “non indurre”

Gesù, Padre Nostro
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Continua a far parlare di sé la nuova edizione del Padre Nostro approvata a larga maggioranza dalla Conferenza episcopale italiana pochi giorni fa, nell’ambito di una più ampia revisione del Messale Romano. Se per l’effettiva adozione del nuovo testo si andrà con ogni probabilità al 2019 (si attende la valutazione della Santa Sede), la discussione, con sentimenti opposti, ha ormai raggiunto i fedeli, mischiandosi ad una buona dose di falsa informazione. Questa la versione più diffusa: papa Francesco ha cambiato il Padre Nostro. E poco importa che negli anni – almeno 16 di riflessione – l’adeguamento della preghiera cristiana per eccellenza abbia incassato il sostegno di personalità quali Benedetto XVI e i cardinali Giacomo Biffi e Carlo Maria Martini.

Diverso il caso di quanti, invece, vorrebbero spostare il confronto sull’opportunità teologica o linguistica del nuovo testo. Fra questi, il prof. Franco Ometto, docente di Islamistica sciita presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamici di Roma, nonché di Linguistica e lingue moderne nelle università statali dell’Iran e di Teologia cristiana negli atenei islamici di Qum, sempre in Iran. A lui si deve anche la traduzione del Catechismo della Chiesa cattolica dal Latino al Persiano. Che, dal canto suo, assicura: rispetto al Padre Nostro «l’attenzione dei vescovi dovrebbe essere focalizzata non sul verbo inducas quanto sul termine tentatio, che al tempo di san Girolamo significava “esame”, “prova”». Del prof. Ometto l’intervento che segue, che ricevo e pubblico integralmente.

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