Ad ogni morte di Papa: le voci e i veleni

Pieter Paul Rubens, San Pietro in abiti pontifici, 1610-1612, Madrid, Museo del Prado
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Il rinvio della visita di papa Francesco al Policlinico Gemelli, prevista per il 27 giugno, giorno dedicato alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, ha riacceso i timori – e le speculazioni – sulle sue condizioni di salute.

Cagionevole da decenni e privo della parte superiore del polmone destro in seguito ad una grave polmonite contratta in giovane età, non dovrebbe stupire che il Papa sia talvolta costretto a dare forfait per affaticamento. La pontificia assenza, che ha deluso ma apparentemente non turbato chi lo attendeva all’ospedale romano (a giudicare almeno dal giro di foto-ricordo sulla celebre papamobile), non ha però mancato di suscitare, nelle ore successive, un rinfocolamento delle voci che vorrebbero il papa – nientemeno – che prossimo alla morte (ricordate Benedetto XVI?) o addirittura vittima di un complotto (ricordate Benedetto XVI?). Sospetti sconcertanti, ma sorprendentemente tutt’altro che rari – oltre che mai provati – nel lungo corso della storia della Chiesa, corollario anzi quasi obbligato di ogni morte (improvvisa) di papa.

Nulla di nuovo, anche se con le voci che lo riguardano, papa Francesco, il «papa dei record» come è stato definito dai media, ha infranto un ulteriore primato: essere al centro di dubbi sulla propria morte mentre è ancora in vita.

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Maturati e felici, i giovani di San Pietroburgo gonfiano le Vele Scarlatte

Gino di Prospero, La vela scarlatta, acrilico su tela.
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Mentre anche in Italia schiere di studenti affrontano gli esami di fine anno e molti universitari vivono l’esperienza della sessioni estive di laurea, i giovani di San Pietroburgo festeggiano la fine delle fatiche sui libri.
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Nell’immagine: Gino di Prospero, La vela scarlatta, acrilico su tela.

Cristiani in cammino: alle origini del pellegrinaggio

Erhard Reuwich, Sbarco dei pellegrini a Giaffa fra caverne e rovine (dettaglio), mappa della Terra Santa per la guida di Bernhard von Breydenbach, Mainz, 1486.
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Fra le virtù che il cristiano ha appreso da Cristo c’è sicuramente quella del viaggio. Sin dall’infanzia e ancor più durante il breve arco della sua vita pubblica, Gesù percorse instancabilmente la Terra Santa. E con lui Apostoli e discepoli – uomini e donne – che portarono avanti la pratica del viaggio nell’urgenza di diffondere la buona notizia oltre le barriere geografiche, etnica e linguistiche.

Particolare rilievo storico ha la pratica devozionale del pellegrinaggio. Effetto e derivazione del viaggio di evangelizzazione, essa fu per molti versi opposta ad esso: non movimento centrifugo, ma centripeto, secondo direttrici di viaggio simili, ma inverse.

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Adeguamento o sfida educativa? Un nuovo protagonista: l’analfabetismo religioso

Bibbia miniata (particolare), seconda metà del XV secolo, Parigi, Bibliothèque nationale de France (Ms. lat 920).
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Fermandosi ad una fredda lettura delle cifre, il risultato non può che essere quello di un certo sconforto e, perché no, di un franco sconcerto. Questi almeno due dei tanti possibili sentimenti suscitati in chi si trovasse ad esaminare i risultati del Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII (a cura di A. Melloni, ed. Il Mulino) presentato ieri a Palazzo Giustiniani.

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Buona Pasqua 2014

Ciclo cristologico (particolare di Entrata in Gerusalemme, Crocifissione e Discesa agli Inferi/Ressurezione, seconda metà del XII secolo, Egitto, Monastero di Santa Caterina presso il Sinai.
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A tutti i visitatori l’augurio di una serena santa Pasqua di Resurrezione.

Ciclo cristologico (particolare di Entrata in Gerusalemme, Crocifissione, Discesa agli Inferi/Ressurezione, seconda metà del XII secolo, Egitto, Monastero di Santa Caterina presso il Sinai.

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