Meglio la gonartrosi della congettura, verrebbe da dire. Mesi di polemiche e insinuazioni zoppicano, ora, su un dolore al ginocchio. E peggio sarebbe stato se Francesco avesse messo in programma un viaggio in Ucraina.
Simone M. Varisco
Abusi sessuali e celibato nella Chiesa. «Il problema più diffuso? Quello identitario». Intervista allo psicologo don Stefano Guarinelli
Il nuovo Presidente della Cei annuncia un rilancio dell’azione della Chiesa, e la lotta contro gli abusi torna d’attualità. Tema caldo, almeno quanto la formazione dei futuri sacerdoti, il celibato, la diffusa ideologia omosessualista e l’incapacità di trasmettere la fede ai giovani. Intervista allo psicologo don Stefano Guarinelli.
L’Ucraina, la Turchia e l’ipocrisia dell’Europa. «Ripartire dalla coerenza potrebbe aprire percorsi nuovi. Vorrei sbagliarmi ma siamo già in ritardo». Intervista a p. Claudio Monge
«E ovviamente la necessità di avere le armi di cui hanno bisogno». Parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al World Economic Forum di Davos. Il riferimento è alla Turchia, il nuovo ago della bilancia della geopolitica internazionale, con l’anima fra la Istanbul di Atatürk, la Costantinopoli di Bartolomeo e la Sublime Porta di Erdoğan. Intervista a padre Claudio Monge.
Abbiamo fede nella guerra?
In tante comunità di fede si è perduta la capacità di essere «coscienza dello Stato», come diceva Martin Luther King. Perché se Kirill non può essere chierichetto di Putin, più d’uno vorrebbe Francesco chierico di Stato. Un linguaggio che, ad ovest dell’Atlantico e ad est del Dnepr, sa tanto di campagna elettorale quanto di strategia di reclutamento.
Nella privatizzazione della guerra, gli unici “buoni” sono, sempre, le vittime civili. Intervista a Fabio Armao
In Ucraina l’inutile strage è utilissima ai poteri forti internazionali. Che contano obiettivi conseguiti e falliti, mentre il popolo ucraino e quello russo contano i propri morti. È la “privatizzazione della guerra”, che segue logiche di potere e di mercato. Dall’ucraino Battaglione Azov al russo Gruppo Wagner, distinguere la violenza è quasi impossibile. Il rischio? Che le guerre civili globali permanenti diventino una condizione ordinaria per milioni di esseri umani. Fino ad annientare l’idea stessa di cittadinanza. Intervista a Fabio Armao.