In Ucraina l’inutile strage è utilissima ai poteri forti internazionali. Che contano obiettivi conseguiti e falliti, mentre il popolo ucraino e quello russo contano i propri morti. È la “privatizzazione della guerra”, che segue logiche di potere e di mercato. Dall’ucraino Battaglione Azov al russo Gruppo Wagner, distinguere la violenza è quasi impossibile. Il rischio? Che le guerre civili globali permanenti diventino una condizione ordinaria per milioni di esseri umani. Fino ad annientare l’idea stessa di cittadinanza. Intervista a Fabio Armao.