Il tavolo interattivo nel padiglione Expo della Santa Sede si arricchisce di una nuova animazione: la Creazione, resa in una maniera fortemente evocativa e simbolica. Un “black out” che dà senso a tutte le tavole dell’umanità.
In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio. È dal Prologo del Vangelo di Giovanni che muove la nuova aggiunta al tavolo interattivo del padiglione Expo della Santa Sede. Un omaggio alla Creazione divina e una celebrazione di Cristo, per mezzo del quale tutto è stato fatto. Evidente il riferimento al contenuto cristocentrico delle opere d’arte proposte in questi mesi di Esposizione, negli stessi giorni in cui sulla parete di fondo del padiglione l’arazzo con l’Istituzione dell’Eucaristia di Rubens sostituisce l’Ultima cena del Tintoretto.
Un uovo, rimando all’archetipo dell’uovo cosmico della mitologia induista, compare sul tavolo dall’oscurità, esplodendo poi in luce, sistemi planetari, strutture atomiche, forme di vita. È il “black out” che di fronte allo sguardo stupito dei visitatori interrompe lo scorrere delle diverse tavole dell’umanità e al tempo stesso conferisce loro un senso. Una “rottura” inaspettata, che attira l’attenzione e crea tensione emotiva.
Simbolo di vita, nel Cristianesimo l’uovo assume la prospettiva del Cristo risorto. Simbolo stesso di ciò che è inerme e apparentemente privo di vita, come Gesù deposto nel sepolcro, l’uovo è in grado di donare invece la sorpresa di una vita pronta a fiorire. È in questo senso che nel Cristianesimo l’uovo diviene simbolo di Risurrezione.
Pochi secondi dopo l’avvio dell’animazione, non distrutto dall’atto creativo, bensì essenza stessa dell’eternità, l’uovo si porta fuori dalla visuale, mentre lo spettro dei colori e il flusso dell’acqua, possibile rimando al brodo primordiale, scorrono lungo il tavolo. Solo in virtù della Creazione divina tutte le tavole rappresentate nell’installazione, dal ciclo della vita e delle stagioni al pasto di lavoro consumato in fretta, possono esistere e ricevere pieno senso. Il lampo di luce che precede il ritorno alla normalità delle diverse tavole umane, momento finale dell’animazione, è la stessa impronta della luce creatrice che si sfaccetta e si riflette, sempre diversa e uguale a sé stessa, in ogni attività umana.
«Noi cristiani paragoniamo Gesù Cristo con il sole, e la luna con la Chiesa», ricordava papa Francesco il 5 luglio scorso, in occasione della cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale “Mariscal Sucre” di Quito, in Ecuador. «La luna non ha luce propria, e se la luna si nasconde dal sole diventa scura. Il sole è Gesù Cristo, e se la Chiesa si separa o si nasconde da Gesù Cristo diventa oscura e non dà testimonianza».
Nell’immagine: Marc Chagall, La creazione dell’uomo, 1956-58, Nizza, Musée National Marc Chagall.
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