La visita che papa Francesco e il patriarca Bartolomeo compiranno all’isola di Lesbo il prossimo 15 16 aprile assume ampie valenze non solo umanitarie. In passato l’isola è stata infatti al centro delle strategie geopolitiche del Mediterraneo e della plurisecolare contrapposizione fra Cristianità latina e orientale. Una scelta per nulla casuale, che segnerà un nuovo passo verso una più piena riconciliazione.
La visita-lampo del Pontefice a Mitilene, capoluogo dell’isola greca di Lesbo, sembra ormai certa, anche se ad oggi manca ancora una conferma ufficiale della Santa Sede. La scelta del luogo, come evidente, è legata soprattutto al fenomeno migratorio, che non smette di mostrare ogni giorno la gravità dei suoi drammi anche sulle coste dell’isola greca e che ne fa, con la sua popolazione di 90mila abitanti, la Lampedusa del Mediterraneo orientale. Lesbo, però, ha una storia densa di avvenimenti, in grado di arricchire di significati il prossimo incontro.
L’isola figura infatti tra i territori che all’inizio del XIII secolo entrarono a far parte dell’Impero latino originatosi dalla deviazione della Quarta crociata. Bandita da papa Innocenzo III nel 1198, pochi mesi dopo la sua elezione al soglio pontificio, questa ennesima crociata avrebbe dovuto essere diretta contro i musulmani in Terra Santa, ma, in un cumulo di interessi economici e politici, si risolse nel celebre saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati. Dall’unione dei territori sottratti all’Impero bizantino scaturì l’effimero Impero latino, la cui storia sarebbe durata neppure una sessantina d’anni. Frutto della stessa crociata fu anche il Patriarcato latino di Costantinopoli, a fronte dell’ormai numeroso clero cattolico europeo – in larga parte veneziano – presente nell’area, che sostituì il preesistente Patriarcato Ecumenico ortodosso, che sopravvisse soltanto nei territori ancora sotto il controllo bizantino.
L’evento costituì un nuovo passo nell’allontanamento fra la Cristianità orientale e quella occidentale. Non è dunque azzardato pensare che la prossima visita congiunta di Francesco e Bartolomeo a Lesbo rappresenterà invece l’esatto opposto, mostrandosi, al di là del programma ancora ignoto, come un ulteriore passo dell’ecumenismo cristiano, in grado di fornire risposte alla crisi mondiale e ad un’umanità colpita da nuovi interessi e nuovi saccheggi.
© La riproduzione integrale degli articoli richiede il consenso scritto dell'autore.
Il Sismografo