Delpini nuovo arcivescovo di Milano. Con un occhio alla “Madonnina” e uno all’umorismo

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Mario Delpini, attuale vicario generale della diocesi di Milano, è il nuovo arcivescovo del capoluogo lombardo e succede al card. Angelo Scola. La scelta di Francesco, con un occhio più alla Madonna – e all’umorismo – che al clero ambrosiano.

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Habemus archiepiscopum! È parafrasando l’annuncio dell’elezione di un nuovo papa che si potrebbe accogliere la nomina – con qualche giorno di ritardo sulle attese – di mons. Mario Delpini ad arcivescovo di Milano. Varesotto di Gallarate, classe 1951, attuale vicario generale della diocesi di Milano e fino allo scorso anno segretario della Conferenza episcopale lombarda, Delpini appariva il nome più scontato fra quelli candidati alla successione a Scola. Come si era detto quasi un anno fa dalle pagine di questo blog, il sorriso empatico e l’ottimo rapporto con i fedeli e i sacerdoti della Diocesi lo proiettavano in testa ai candidati, da Beschi (Bergamo) a Brambilla (Novara), dei quali a suo tempo si era data notizia da queste stesse pagine e i cui nomi negli ultimi giorni si erano rincorsi anche sulla stampa nazionale. Una scelta per certi versi prudente, che forse deve qualcosa alle parole con le quali Francesco, non senza una risata, aveva manifestato il proprio disagio per alcune proprie nomine che non hanno certo brillato in quanto ad esiti. «Ho parlato con la Madonna un po’ di questo, le ho chiesto perdono per tutti i miei sbagli, anche un po’ del cattivo gusto nel scegliere la gente», aveva detto il Papa ai giornalisti il 13 maggio scorso, sul volo di ritorno da Fatima.

Simpatia per una “Madonnina” silenziosa
Proprio nel rapporto con Maria emergono le prime sintonie con papa Francesco. Mons. Delpini è anche scrittore, e non uno qualunque. Fra i molti libri al suo attivo si contano “Reverendo che maniere! Piccolo Galateo Pastorale” (San Paolo, 1998), “E la farfalla volò. 52 storie sorprendenti” (Ancora Editrice, 2016), ma soprattutto “Con il dovuto rispetto. Frammenti di saggezza all’ombra del campanile” (San Paolo, 2011) che esalta le doti di ironia ed umorismo proprie del nuovo arcivescovo di Milano. Vi si possono trovare passaggi interessanti, anche rispetto ad un pontificato di Francesco all’epoca ancora di là da venire. «Ho sentito anche dire che da qualche parte la Madonna parla: parole severe che invitano a conversione e penitenza, che fanno un po’ paura dicendo di catastrofi e castighi. Non c’è traccia nel Vangelo di simili parole, ma ci sono certo buone ragioni per chiamare a conversione e penitenza. E che cosa fa la Madonnina dei milanesi? Sulla guglia più alta del Duomo, la Madonnina dei milanesi tace, brilla e sorride. Raccoglie tutta la vita di Milano […] nella sua preghiera, fatta di silenzio e di mistero, e tutto trasforma in luce, in una sorprendente vocazione alla gioia. Mi è simpatica la Madonnina dei milanesi, che né piange né parla» (pp. 148-149). Sarebbe troppo vederci un’assonanza con le idee di Francesco sulla “Madonna postina” di Medjugorje?

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Chiesa inclusiva e pettegolezzi
Incuriosisce, alla luce dei fatti recenti, leggere anche della propensione di certi cristiani al pettegolezzo. «I documenti non li legge nessuno, le prediche le ascoltano in pochi, le opere della comunità cristiana non fanno notizia. Quello che è certo, magistero davvero infallibile e osservazione assolutamente indiscutibile, è il titolo del giornale che lamenta, contesta, critica il papa, il vescovo, il parroco. Che i credenti siano diventati creduloni?» (p. 61). E che dire, allora, di una Chiesa votata all’inclusione? «Alcuni si sono abituati a pensare che le porte delle chiese sono lì per impedire l’ingresso a ladri e vandali […]. La verità è che le porte delle chiese sono per dire alla gente: “Entrate! Siete attesi! Questa è la vostra casa!”. E, dunque, che si deve pensare se le porte delle chiese sono spesso chiuse?» (p. 9).

Meglio un vescovo “da fuori”?
La storia di mons. Delpini, comunque, dice di una scelta in linea con le altre compiute sinora da Francesco. L’età gioca a suo favore – 66 anni a fine mese, il 42esimo anniversario di ordinazione sacerdotale celebrato ad inizio giugno – così come i molti incarichi nella formazione, da rettore del seminario minore di Venegono Inferiore, alla docenza presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale e al seminario arcivescovile di Saronno e Seveso, fino ad essere rettore maggiore dei seminari di Milano. Nel 2012 l’incarico di vicario episcopale per la formazione permanente del clero. Proprio il clero ambrosiano potrebbe però aver giocato un ruolo singolare nella scelta di Delpini. Sebbene amato dai sacerdoti della Diocesi, infatti, da quanto è dato sapere «molti» preti ambrosiani in occasione della consultazione loro riservata negli scorsi mesi avrebbero preferito un vescovo «da fuori Diocesi» e in grado di affrontare un «episcopato lungo». Se quest’ultima opportunità non è affare degli uomini, una vita interamente trascorsa a Milano, collaborando da vicino con gli ultimi tre arcivescovi, da Martini a Scola passando per Tettamanzi, dice invece di un radicamento che ha pochi rivali.

Prima di Francesco a Milano
In occasione della visita di Francesco a Milano e Monza, nel marzo scorso, era stato Delpini a preparare clero, consacrate, consacrati e diaconi all’appuntamento. «La nostra aspettativa – aveva detto il vicario generale – è ricevere un aiuto per essere preti migliori, per vivere interamente la bellezza di essere donati al Signore, per non lasciarsi rubare la gioia del Vangelo. Ascolteremo dal Papa un incoraggiamento ad affrontare le sfide del tempo che stiamo vivendo. Speriamo che non manchi anche la correzione fraterna, come spesso indica il Santo Padre, proprio perché ci lasciamo purificare da un invito alla povertà personale, alla carità, all’attenzione ai poveri». Parole che potrebbero suonare ora come un buon programma di episcopato.

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L’insediamento a settembre
A rompere gli indugi sull’ufficializzazione della nomina sembra abbia contribuito lo stesso card. Angelo Scola, favorevole all’annuncio del successore entro l’estate, senza prolungare un’attesa che appariva sempre più silenziosa, per permettere al nuovo arcivescovo di iniziare da “padrone di casa” il nuovo anno pastorale. Il passaggio di consegne potrebbe aver luogo l’8 settembre, giorno della Natività della Beata Vergine Maria, alla quale è dedicato anche il Duomo di Milano. Prima il congedo di Scola, diretto verso la parrocchia di Imberido, nel lecchese, nella quale in questi giorni sono iniziati i lavori di restauro della chiesa, poi l’ingresso ufficiale di Delpini, entro la fine del mese.

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