Trevignano e Amsterdam. Nuovi volti, vecchie lacrime

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Trevignano e Amsterdam: due vicende storicamente e spiritualmente molto diverse. Cristiani di gesso sui quali scivolano facilmente le lacrime. Con un “messaggio” tutt’altro che mistico.


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Se ne sentiva la necessità, e le vicende delle ultime settimane lo confermano. Un Osservatorio internazionale sulle apparizioni e i fenomeni mistici connessi alla Vergine Maria è stato istituito presso la Pontificia Academia Mariana Internationalis (PAMI), istituzione della Santa Sede che coordina i cultori di mariologia nel mondo al fine di promuovere un’autentica pietà mariana. Obiettivo dichiarato del nuovo organismo, quello di analizzare ed interpretare i casi di presunte manifestazioni mariane: apparizioni, lacrimazioni, locuzioni interiori (“messaggi”), stigmate ed altri fenomeni più o meno mistici, in attesa del pronunciamento dell’autorità ecclesiastica in merito alla loro autenticità.

Tempo e tempi a Trevignano Romano

Un’iniziativa lodevole, ma che non basta a risolvere alla radice il problema della credulità. Non si tratta, qui, di invocare una fede “adulta”, ma entrata almeno nell’età della ragione. Quanto è infatti necessario agire «in modo sistematico, strategico, pluridisciplinare e qualificato, anche in collaborazione con esperti e ricercatori, personalità di alto profilo nell’ambito scientifico e autorità ecclesiastiche», per stabilire l’infondatezza di “messaggi” male imbastiti o che una moltiplicazione di arrosto o tranci di pizza, per tacere del resto, è una puerile e colossale sciocchezza, se non un inganno e un vilipendio?

Ben poco del tempo di qualunque cristiano – per non dire del prezioso tempo di qualunque vescovo, incaricato del primo iter a livello locale – sarebbero bastati per attribuire il giusto peso a vicende come quella che invece da 7 anni affastella, con sempre maggiore protervia, scempiaggini da angiporto attorno a Trevignano Romano, diocesi di Civita Castellana. Per inciso, 80 mesi dell’episcopato di mons. Romano Rossi e poco meno di 6 del successore mons. Marco Salvi.

Romano Rossi, Gisella Cardia

Per questo fanno doppiamente male – all’animo, al cuore, ai nervi – le decine di odiosi pellegrinaggi organizzati da agenzie di viaggio, le centinaia di fedeli vitulini, le migliaia di euro spicciole gettate in pasto a illusioni e saccocce. Superficiali le prime, profonde le seconde. Sempre meno profonde, però, delle ferite che paure, scismi e sfiducia hanno inflitto durante questo tempo alla Chiesa, delle quali – una volta di più – nessuno sarà chiamato a rendere conto, almeno pubblicamente.

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Nuovi veggenti? Piuttosto una vecchia miopia

Unico vero mistero di una vicenda sin troppo banale è l’insolita risonanza mediatica attribuita ad una – l’ennesima – “Madonnina piangente”, con migliaia di articoli, centinaia di spazi televisivi e un numero incalcolabile di reazioni sui social media. Nella Babele dell’informazione, le false lacrime di Trevignano parlano ormai tutte le lingue: in inglese su The Guardian e The Times, in tedesco su Der Spiegel e Badische Zeitung, in francese su Vanity Fair, in spagnolo sul periodico argentino Perfil. Per non dire del polacco.

Che le ragioni di tanta credulità siano da ricercare in un nuovo di bisogno di rassicurazioni, in un misto di disagio psicologico post-pandemia e timori per il ritorno della guerra in Europa? Pensarlo sarebbe quasi consolante. Forse troppo. Qualcuno evoca la “fame di credere” che sarebbe inscritta nel DNA degli italiani, insieme ad una passione per lo smascheramento della truffa, tra popolo di Dio e commedia della beffa. Più realistico, e meno offensivo, pensare che siamo di fronte ad una sconfortante fragilità nella formazione del laicato, cristiani di gesso sui quali scivolano facilmente le lacrime, in molti casi immaturi e insofferenti verso ciò che è istituzionalizzato, ma nondimeno assetati di potere e venati di clericalismo. A questa situazione corrisponde troppo spesso un clero impreparato, imbarazzato e imbarazzante, facilmente preda del disorientamento anche ai livelli più alti.

“Signora di tutti i popoli”: il caso di Amsterdam

Va da sé che non tutte le presunte vicende mistiche che chiamano in causa la Vergine Maria hanno lo stesso grado di accecante buaggine che caratterizza le vicissitudini di Trevignano Romano, e che quindi un Osservatorio sulle manifestazioni mariane ha ben ragione di esistere.

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Decisamente più delicato e complesso è, per esempio, il caso della “Signora di tutti i popoli”. Su queste pagine se ne è già parlato due anni fa. Per quattordici anni, dal 1945 al 1959, ad Amsterdam si ha notizia di apparizioni e decine di messaggi che Ida Peerdeman, allora impiegata quarantenne, sostiene provenire dalla Vergine Maria, che le si presenta con l’appellativo di “Signora di tutti i popoli”. Successivamente, e fino agli anni Ottanta, la stessa Peerdeman aggiunge di sperimentare anche altri fenomeni mistici.

A mettere – di nuovo – la parola fine alla vicenda di Amsterdam è nel 2020 la Congregazione per la Dottrina della Fede, che ribadendo il giudizio di non constat già più volte espresso, non riconosce la soprannaturalità di apparizioni e relativi messaggi. Nel frattempo, la divergenza di opinioni fra i vescovi che si succedono alla guida della diocesi di Haarlem-Amsterdam in merito all’autenticità dei fenomeni mistici – dubbioso Huibers, favorevole Punt, scettico Hendriks – ingrassa fazioni e rinfocola dicerie e reciproche accuse.

Corredentrice?

Tanto più che fra le richieste – smentite – della presunta “Signora di tutti i popoli” figura anche quella di un quinto dogma mariano, in cui si definisca il titolo di “Corredentrice”, vale a dire il ruolo della Vergine nella redenzione offerta da Dio a tutti gli uomini e donne attraverso il sacrificio di Cristo. Un attributo già oggetto di discussione nella Chiesa prima delle vicende di Amsterdam e adombrato nel magistero di Benedetto XV, Pio XII e Giovanni Paolo II.

Titolo, però, come noto nulla affatto gradito a papa Francesco e ormai caricato di forti implicazioni, fra “tradizionalismo” e “progressismo”. Sovente, però, ci si dimentica di ricordare che, prima di Bergoglio, anche Benedetto XVI si è espresso negativamente, dato che «la formula “Corredentrice” si allontana in misura eccessiva dal linguaggio della Scrittura e dei Padri e quindi è foriera di incomprensioni». E che lo stesso papa Wojtyla, nella Tertio Millennio Adveniente (1994), ha ribadito che «Cristo, Redentore del mondo, è l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini» (n. 4).

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Un “messaggio” per la Chiesa

Di recente la vicenda di Amsterdam è tornata a far parlare di sé a causa del commissariamento pro tempore dell’Associazione “Pro Deo et Fratribus – Famiglia di Maria”. Si tratta di una famiglia spirituale creata nel 1968 a Sessa Aurunca (Caserta) su iniziativa del vescovo slovacco Pavol Hnilica in sostegno alla Chiesa perseguitata dalle dittature comuniste dell’Europa Orientale. La comunità, fondata sull’adorazione eucaristica e la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, si è nel tempo legata alla devozione alla “Signora di tutti i popoli” di Amsterdam.

Il commissariamento è seguito alla visita apostolica condotta nel 2021 dal vescovo emerito di Bari mons. Francesco Cacucci, ed è stato affidato nel giugno 2022 al vescovo ausiliare di Roma mons. Daniele Libanori (per inciso, fra i pochi ad aver assunto una posizione energica in merito al caso Rupnik) e, per la parte femminile, a suor Katarína Krištofová, già superiora generale delle Suore del Divin Redentore. Sui motivi del commissariamento permane uno stretto riserbo.

Domani è il 3 del mese. Facciamo che, anche a Trevignano, rimanga solo il giorno dei santi Filippo e Giacomo. Martiri. Un po’ come noi, che ormai abbiamo finito anche le lacrime.

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