Quaresima in televisione e in streaming. Prima vennero la radio, qualche no e Milano

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Se oggi la Messa va in streaming, è grazie alla tv e alla radio. Al tempo in cui il primato era di Milano, il Sant’Uffizio disse no e a Pio XII un’indisposizione impedì di stabilire un record mondiale. Che andò alla Francia.

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La diffusione del nuovo coronavirus ha rievocato una verità antica di millenni: non di solo pane vive l’uomo, e neppure soltanto di carrelli della spesa pieni, di mascherine, di disinfettanti e di una gaudente “normalità” da ristabilire al più presto. Sebbene, per diverse e comprensibili ragioni, l'”emergenza spirituale” connessa al Covid-19 sia passata sottotraccia, ne è uscita ribadita con forza l’insopprimibile sete di Dio che è nell’uomo. A renderla evidente non soltanto il desiderio di continuità mostrato da numerosi fedeli, ma anche il lodevole impegno profuso dalle diverse Chiese diocesane in Italia.

Spicca, in tal senso, la regione ecclesiastica Lombardia, la più popolosa delle sedici in cui è suddiviso il territorio della Chiesa cattolica in Italia, la cui estensione coincide con la provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Milano. L’ordinanza con la quale il presidente Attilio Fontana ha sospeso da quasi una settimana la celebrazione dell’Eucaristia sull’intero territorio della regione ha spinto, infatti, la Conferenza Episcopale Lombarda a ricorrere ai mezzi digitali. «Non possiamo vivere senza celebrare il giorno del Signore», ricordano in un proprio messaggio i vescovi lombardi, che invitano i fedeli a seguire la Santa Messa di domenica 1° marzo, prima domenica di Quaresima, dalle proprie case attraverso le dirette televisive, radiofoniche e streaming (questo l’elenco ufficiale delle trasmissioni).

Capofila dell’iniziativa è l’arcidiocesi di Milano, forte del suo ruolo di sede metropolitana, ma anche di un protagonismo che appartiene alla storia. È Milano, infatti, a detenere il primato della Messa in tv. Anzi, due. La prima Messa trasmessa dalla televisione italiana va in onda domenica 10 gennaio 1954 dalla basilica di San Simpliciano a Milano, una settimana esatta dopo l’inizio ufficiale delle trasmissioni Rai. Il papa in quel momento è Pio XII, il presidente della Repubblica è Luigi Einaudi, mentre i dirigenti Rai sono scelti all’interno delle gerarchie vaticane e delle associazioni cattoliche: il presidente è Giovan Battista Vicentini, ex dirigente vaticano, e il primo amministratore delegato sarà trovato, pochi mesi più tardi, in Filiberto Guala, esponente di spicco dell’Azione cattolica.

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In realtà, la Santa Messa e varie rubriche cattoliche avevano già fatto la loro comparsa nei programmi sperimentali della Rai. Alla fine del 1952, in occasione del Natale, la Messa venne trasmessa in via sperimentale dalla chiesa di San Gottardo in Corte a Milano, mentre quasi due anni dopo, il 1° novembre 1953, sempre in via sperimentale, dal Duomo di Milano, celebrata dal card. Alfredo Ildefonso Schuster. Dal 1954 la trasmissione assume un carattere di regolarità: tutti i giorni festivi, così come stabilito da una convenzione tra la Chiesa italiana e la Rai. Nelle domeniche successive, dopo una tappa al Collegio Russicum di Roma, dove la Messa viene celebrata in rito orientale, torna stabilmente a Milano, in alcuni luoghi storici della città: le basiliche di Sant’Ambrogio e di Sant’Eustorgio, la cripta di San Fedele, la cappella del Collegio San Carlo, il santuario francescano di Sant’Antonio. Negli anni, però, la Messa va in onda anche dai luoghi più particolari e affascinanti: un hangar dell’aeroporto di Linate celebrata dai cappellani militari, la stanza che fu di don Bosco a Torino e, nel 1992, la camera di ospedale di padre David Maria Turoldo, a Milano, tre giorni prima della sua morte. E, ovviamente, da San Pietro a Roma.

È padre Nazareno Taddei, gesuita («una di quelle persone con l’orologio avanti», lo definisce Andrea Fagioli nel suo Nazareno Taddei: un gesuita avanti, EDAV, 2000), già curatore di una rubrica religiosa del palinsesto sperimentale Rai, a coinvolgere Pio XII: con la Messa di Natale celebrata in San Pietro, Pacelli sarebbe stato il primo pontefice ad andare in diretta televisiva. Una sua indisposizione, però, rovina l’iniziativa e la Messa viene trasmessa dalla cattedrale di Notre-Dame a Parigi, per la prima volta in Eurovisione. La Francia, in verità, possedeva già il record della prima Messa in assoluto trasmessa in televisione, la notte di Natale del 1948. Una vittoria sulla “concorrenza” – se tale si può definire, con una punta di irriverenza – americana: la stessa notte, infatti, anche dalla cattedrale di St. Patrick a New York si provò a stabilire il record. Ma, come sanno bene Phileas Fogg e Passepartout, a Parigi il Natale arriva sei ore prima che a New York.

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La verità, però, è che ogni record televisivo (o digitale) non potrebbe esistere se la strada non fosse stata prima aperta dalla radio. Emblematicamente, il 12 febbraio 1931, il giorno in cui Pio XI inaugura le trasmissioni della Radio Vaticana, Guglielmo Marconi sottolinea che per la prima volta la voce del Pontefice può essere ascoltata contemporaneamente in tutto il mondo. Da allora, anche la trasmissione della Santa Messa ha saputo farsi largo fra qualche contrarietà iniziale (su tutte, quelle del Sant’Uffizio e della Congregazione dei riti), una guerra mondiale e nelle tante periferie del mondo moderno. Anche quando quest’ultimo si crede troppo scientifico per prestarvi orecchio.

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