I quattro verbi di Francesco e quelli di Matteo

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Francesco aveva sintetizzato l’incontro in quattro verbi. Con un occhio al coronavirus, Matteo Salvini ne dà una sua versione. Diametralmente opposta.

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Con l’attenzione mediatica pressoché interamente assorbita dagli ultimi aggiornamenti sulla diffusione del nuovo coronavirus in Italia, non ha ottenuto la visibilità che si attendeva il leader della Lega Matteo Salvini. Ma, al di là della polemica politica, il suo tweet suona curioso per almeno un motivo. Anzi quattro.

«Superati i 100 contagi in Italia. Ma per qualche genio al governo il problema erano Salvini e la Lega, odiatori e razzisti, che lanciavano allarmi senza motivo… Vergogna», scrive Salvini in un suo tweet del 23 febbraio. «Chiudere, difendere, controllare, proteggere. Prima che il disastro sia totale».

Notato nulla? Chiudere, difendere, controllare, proteggere non ricordano anche a voi una versione salviniana dei celebri quattro verbi di papa Francesco, accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Certo il contesto è molto diverso: per il Pontefice si trattava del Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018, mentre oggi nel mirino di Matteo Salvini c’è la gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo, a suo dire inadeguata. Non che l’argomento più cavalcato da Salvini – l’immigrazione – sia assente: basta scorrere i tweet precedenti e successivi a quello in oggetto per rendersi conto di come vi sia una predominanza anche in tema di Covid-19.

Soltanto una coincidenza? Consapevoli del ruolo politico riconosciuto alla comunicazione da Salvini e dal suo staff, è difficile crederlo. «Certo, l’accoglienza e una dignitosa integrazione sono tappe di un processo non facile; tuttavia, è impensabile poterlo affrontare innalzando muri. A me fa paura quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo e mi fa sentire discorsi che seminavano paura e poi odio nella decade del ’30 del secolo scorso. Questo processo di accoglienza e dignitosa integrazione è impensabile poterlo affrontare innalzando muri», ha ricordato Francesco a Bari, a chiusura dell’appuntamento “Mediterraneo frontiera di pace”.

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Due modi diametralmente opposti per concepire l’incontro con l’altro, che – lontano da indebiti dualismi – trovano in papa Francesco un punto di riferimento e di elaborazione e in Matteo Salvini soltanto uno dei numerosi interpreti a livello nazionale e internazionale.

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