Da Bologna Francesco guarda ad Oriente

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Bologna non rappresenta soltanto una diocesi di grande tradizione accademica e teologica, attualmente retta da un vescovo che incarna gli ideali pastorali di Francesco. È anche un importante crocevia sulla strada per l’Oriente ortodosso. La stessa che sta percorrendo il Papa.

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È attesa per domenica 1° ottobre la visita pastorale di papa Francesco a Bologna in occasione del Congresso eucaristico diocesano. Il programma si aprirà – a conferma della sensibilità di Francesco e del vescovo Zuppi sul tema – con un incontro con alcuni giovani immigrati nordafricani al quale seguiranno, dopo la recita dell’Angelus, catechesi e pranzo con i poveri nella basilica di San Petronio. Bologna, però, non rappresenta soltanto una diocesi di grande tradizione accademica e teologica, attualmente retta da un vescovo che incarna gli ideali pastorali di Francesco. È anche, da secoli, un importante crocevia lungo la strada verso l’Oriente ortodosso. La stessa che sta particolarmente a cuore al Pontefice.

Non è un caso che soltanto poche settimane fa il capoluogo emiliano abbia ricevuto la visita del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che ha partecipato alla “Tre giorni del clero” organizzata dalla diocesi felsinea. «Giungendo per la seconda volta a Bologna dalla città di Costantino – ha detto allora il Patriarca, ricordando l’accoglienza riservatagli nel 2005 dal card. Carlo Caffarra – desideriamo portarvi l’abbraccio della nostra Chiesa ed il fraterno bacio di pace». Così come non è un caso che proprio a Bologna abbia risieduto ed operato anche uno dei pionieri della Chiesa ortodossa russa in Italia, padre Marco Davitti, scomparso nel 2013. Archimandrita del Patriarcato di Mosca, dal 1975 padre Davitti ricoprì l’incarico di parroco di San Basilio il Grande a Bologna e contemporaneamente dal 1981 quello di parroco della chiesa ortodossa di San Nicola, a Bari.

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I rapporti fra Bologna e la Chiesa ortodossa russa sono anche questione di icone. A cominciare da una delle più care ai bolognesi: quella della Vergine detta della Tenerezza. Conservata nella cattedrale di San Pietro – la medesima nella quale Francesco incontrerà domenica clero e consacrati – l’icona è al centro di una storia singolare. Nel 1994 una delegazione voluta dall’allora arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro e guidata dal frate “volante” padre Tommaso Toschi consegna al Patriarcato ortodosso di Mosca un contributo per la ricostruzione della cattedrale di Cristo Salvatore, distrutta in epoca staliniana, e di un orfanotrofio caro al patriarca di Mosca Alessio II. Nel 1999, per celebrare il termine dei lavori di ricostruzione della cattedrale, la Chiesa bolognese dona a quella moscovita una copia della cosiddetta Madonna di San Luca. Non un’icona qualunque, bensì una tavoletta dipinta nientemeno che dall’evangelista Luca, almeno stando a quanto afferma la tradizione, giunta a Bologna (l’originale è oggi custodito nell’omonimo santuario sul Colle della Guardia) da Costantinopoli alla metà del XII secolo, portata forse dalla basilica di Santa Sofia da un eremita.

Nel 2000 il patriarca russo Alessio II contraccambia, inviando a Bologna la copia di una delle icone più celebri e venerate della Chiesa ortodossa, la Madre di Dio Vladimirskaya, o Madonna di Vladimir. Dipinta e benedetta a Mosca, incorniciata dagli artigiani di Pieve di Cento, l’icona è collocata anch’essa nella cattedrale di San Pietro, presso la cappella di Sant’Apollinare. Scambi d’arte e di devozione, ponti gettati fra Occidente ed Oriente, fra Chiese ma soprattutto a beneficio della pace, «una priorità chiara e inderogabile» condivisa da Francesco e dal card. Pietro Parolin. A spiegarlo, nell’agosto scorso, lo stesso Segretario di Stato, in visita a Mosca. Icone che vengono e icone che vanno, come accadrà ancora nel 2018, con la mostra d’arte che la Russia prevede di inaugurare nei Musei Vaticani. Emula di quella tenutasi alla fine degli anni Ottanta nel Braccio di Carlo Magno, l’evento costituirà un ulteriore passo in quella diplomazia culturale cara a Francesco. Un ottimo stato delle relazioni fra Chiesa cattolica e russo-ortodossa confermato in queste ore dalla visita a Francesco e Benedetto XVI del metropolita Hilarion Alfeev, presidente del dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa.

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