Tre Marie, una Maddalena (2)

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Dopo il post dedicato precedentemente, torno sull’argomento avendo accertato quanto la questione “delle Marie” non solo animi da secoli accese discussioni, ma che queste siano divenute tanto più infiammate negli ultimi decenni.

Quattro tesi a confronto
Per riassumere la questione. In alcuni passi delle Scritture si fa menzione di tre donne (o tre volte della stessa donna) alle quali (o alla quale) in due occasioni l’Evangelista si riferisce come “Maria”. In particolare si fa riferimento a Maria di Màgdala (o Maria Maddalena), a Maria di Betania e ad una anonima «peccatrice», forse una prostituta, venuta ad incontrare Cristo. Sono almeno quattro le tesi che si sono confrontate nel corso della storia:

  1. Tre donne distinte: l’anonima peccatrice di Lc 7, 37 non è né Maria Maddalena né Maria di Betania sorella di Lazzaro e Marta.
  2. La stessa donna: la peccatrice, la Maddalena e Maria di Betania sono la stessa persona.
  3. Due donne: la peccatrice è da identificarsi con la Maddalena, ma non con Maria di Betania.
  4. Due donne: la peccatrice è Maria di Betania, non la Maddalena.

Una, due o tre Marie?
Sebbene tutte le tesi godano del conforto di insigni sostenitori, le prime due godono da sempre di un certo vantaggio. Basti dire che la prima tesi è stata sostenuta fra gli altri da teologi e filosofi del calibro di Origene d’Alessandria, Tito di Bostra, Eutimio, Teofilatto di Ocrida, Ireneo. Nel suo Commento al Vangelo di Matteo, anche Girolamo, esortando a distinguere fra la donna che a Betania versò sul capo di Gesù un profumo prezioso tratto da un vaso di alabastro e la peccatrice che bagnò di lacrime i piedi del Cristo e li asciugò con i propri capelli, sostiene l’esistenza di almeno due donne distinte:

Nemo putet eandem esse quae super caput effudit unguentum et quae super pedes. Illa enim et lacrimis lavat et crine tergit et manifeste meretrix appellatur, de hac autem nihil scriptum est. Nec enim poterat statim capite Domini meretrix digna fieri.

Una sola Maria
Non meno nutrito è l’elenco dei sostenitori di una Maria Maddalena di Betania, «tutta fuoco e tutta lacrime»1, sorella di Marta e Lazzaro, indemoniata e peccatrice, forse prostituta. Fra quanti sostennero la coincidenza delle tre donne in una sola figurano Clemente Alessandrino (Paidagogos, II), Beda il Venerabile (Commento su san Luca, III), nonché Agostino d’Ippona e papa Gregorio Magno (Homiliae in Evangelia, 25), il cui sostegno alla tesi dell’unica persona costituirono per secoli — e tutt’oggi — il punto di riferimento sull’argomento per la Cristianità occidentale. È così che il messale antico, che fissa al 22 luglio la memoria – elevata a festa da papa Francesco – di santa Maria Maddalena, propone nei testi eucologici la coincidenza fra la peccatrice che unse i piedi a Gesù, Maria di Màgdala (Maddalena) e Maria di Betania. Non così il nuovo messale che, aderendo alle nuove interpretazioni esegetiche, distingue le tre donne.

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Roma locuta, causa finita est?
Nonostante il peso del pronunciamento di una papa affatto di secondo piano nella storia della Chiesa e del Cristianesimo come è stato Gregorio Magno, è bene sottolineare come le diatribe attorno alla questione delle “Marie” non riprendano soltanto in età postconciliare, come talvolta si ritiene. Se è vero che da quegli anni il dibattito si carica di valenze che vanno oltre la questione “quantitativa” – sfociando in confronti fra diverse correnti esegetiche (e non solo) – nel dibattito storico l’auctoritas — argomentazione sovente sollevata a sostegno dell’una o dell’altra parte — è divisa: troviamo infatti Padri e Dottori della Chiesa tanto a sostegno di una tesi, quanto delle altre.

1. Simone Bagnati SI, Verità evangeliche, o Discorsi morali su gli evangelii delle Domeniche, da Pentecoste fino all’Avvento: con aggiunta di panegirici sacri, Stamparia di Felice Mosca, 1708, p. 38.

Nell’immagine: Antonio Allegri detto il Correggio, Noli me tangere, 1523-1524 circa, Madrid, Museo del Prado.

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