Isis, al-Baghdādī e il Califfato che non c’è

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La restaurazione propagandistica di un ipotetico califfato in area mediorientale eccita da settimane gli animi omologati dei media internazionali. Al di là dell’utilità della notizia per le reciproche strategie di marketing, però, appare sempre più inconsistente la reale esistenza di una simile entità politico-religiosa in area siro-irachena.

Questione tutt’altro che meramente semantica, sono sempre più numerose nel mondo islamico le perplessità circa la scelta del leader dell’Isis di utilizzare per sé il titolo di califfo. Rilevante è infatti il peso, storico e religioso, che questo appellativo ha nell’islam, tanto che sussistono condizioni per il suo riconoscimento. Fra queste, non ultima la preferenziale appartenenza dell’ipotetico califfo alla tribù dei Quraysh, la stessa di Maometto.

A sostegno delle mire dell’Isis, non è mancato anche in questo caso un riferimento ai sultani ottomani, che poterono effettivamente fregiarsi anche del titolo di califfi, pur mantenendolo propriamente distinto dalla carica sultaniale. A loro conforto, però, stava un parere non contrario da parte degli ulamā (dotti musulmani di scienze religiose) del tempo. Sostegno, almeno tacito, che manca invece ad al-Baghdādī, anche da parte di storiche roccaforti del pensiero sunnita, quali l’università di al-Azhar, la Qarawiyyīn di Fez e la Zaytūna di Tunisi.

In merito, al-Baghdādī ha invece incassato il parere negativo di Yusuf al-Qaradawi, teologo sunnita, presidente dell’Unione Internazionale dei Dotti Musulmani e personaggio molto noto nel mondo islamico, complice anche la sua notevole prolificità editoriale, televisiva e multimediale. A lungo figura chiave del movimento dei Fratelli Musulmani, nel luglio scorso al-Qaradawi ha dichiarato «nulla» e «non valida» l’auto-proclamazione di al-Baghdādī a califfo.

Appare quindi una logica conseguenza la mancanza della bayʿa, il riconoscimento del ruolo califfale di Abū Bakr al-Baghdādī da parte della comunità islamica, espressa tradizionalmente anche nella khuṭba, la preghiera del mezzogiorno del venerdì, ulteriore dimostrazione dell’incapacità di al-Baghdādī di catalizzare attorno a sé l’unità della umma, la comunità di musulmani.

Nell’immagine: Carovana di pellegrini a Ramleh, manoscritto maqâmât di al-Harîrî, 1236-1237, Parigi, Bibliothèque nationale de France, Arabe 5847, fol. 94v.

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