Segnalo l’intervista realizzata da Alessandro Bettero per il Messaggero di Sant’Antonio – edizione italiana per l’estero (n. 9, settembre 2016, pp. 44-45, Ā«In un libro la follia delle migrazioniĀ») a proposito del mio libro “La follia del partire, la follia del restare. Il disagio mentale nell’emigrazione italiana in Australia alla fine dell’Ottocento” scritto per la Fondazione Migrantes e pubblicato da Tau editrice. Nel ringraziare Alessandro Bettero, riporto alcuni stralci dell’intervista.
Si ĆØ tornati a parlare ā o, per dirla con Bettero, Ā«a scoperchiare l’indecenza di quella brutta storiaĀ» ā di emigrazione in Australia, Ā«non solo degli italiani, ma anche degli svizzeri del Ticino e degli irlandesiĀ». Un’esperienza che per molti di essi Ā«fu un trauma psicologico, sfociato spesso in vere e proprie malattie psichiatricheĀ». In molti casi Ā«semplicemente era un pretesto per sbarazzarsi di persone scomode, o di ripulire le strade da alcolizzati, vagabondi, inoccupati e prostitute. Chi era vittima, giĆ in partenza, di emarginazione o razzismo culturale, come quello patito a lungo dagli italiani, appariva ancora più vulnerabile, ed era più facilmente consegnato a queste struttureĀ».
Ā«Un inferno di cui ĆØ rimasta traccia solo nei freddi archivi di quegli “asili”, tra liste di nomi dietro ai quali si nascondono illusioni, sofferenze indicibili, famiglie devastate, genitori e figli divisi per sempre, anche da mortiĀ». Fonti dalle quali partire per tratteggiare una storia Ā«troppo a lungo dimenticata. E costellata di vicende che indignano, che fanno rabbrividire, che gridano vendetta per la dignitĆ e la memoria violate di tanti italiani e di tanti migranti che hanno pagato, con i loro sacrifici e la loro vita, la nascita e la fortuna dell’AustraliaĀ».
Messaggero di sant’Antonio – edizione italiana per l’estero
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