Due lezioni di Benedetto XVI. Su dialogo e università

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Dialogo interreligioso e università: gli ingredienti principali del prossimo viaggio di Francesco in Egitto, ma anche dell’81° compleanno di Benedetto XVI, festeggiato negli Stati Uniti. Dicendo che l’obiettivo principale del dialogo non è la pace. Lezioni di grande attualità.

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Il prossimo 16 aprile Benedetto XVI giungerà al suo 90° traguardo. Di certo non mancano gli spunti di riflessione che si possono trarre dal pensiero di quello che è probabilmente il maggior teologo del nostro tempo. Una lezione, in particolare, offre però una interessante coincidenza temporale e di contenuto rispetto al prossimo viaggio apostolico di Francesco in Egitto, che si annuncia all’insegna del dialogo con l’islam e vedrà l’incontro con il Grande imam di al-Azhar, Muhammad Ahmad al-Tayyib, riferimento della moschea e dell’Università di al-Azhar del Cairo.

Era il 16 aprile 2008 e Benedetto XVI festeggiava il suo 81° compleanno negli Stati Uniti, in un viaggio apostolico che l’avrebbe condotto da Washington a New York, con una tappa alle Nazioni Unite. Il giorno successivo, il 17 aprile, al Cultural Center di Washington Benedetto XVI incontrava i rappresentati di alcune religioni. In quell’occasione, soffermandosi sul dialogo interreligioso, l’allora pontefice sottolineava come «sia coloro che vi partecipano che la società ne traggono arricchimento. Nella misura in cui cresciamo nella comprensione gli uni degli altri, vediamo che condividiamo una stima per i valori etici, raggiungibili dalla ragione umana, che sono venerati da tutte le persone di buona volontà. Il mondo chiede insistentemente una comune testimonianza di questi valori».

Una testimonianza che non può essere motivata, però, esclusivamente da obiettivi politici e sociali. Neppure dalla pace. «La libertà religiosa, il dialogo interreligioso e la fede mirano a qualcosa di più di un consenso volto a individuare vie per attuare strategie concrete per far progredire la pace. L’obiettivo più ampio di dialogo è quello di scoprire la verità» e, insieme, di tenere vive nel cuore degli uomini le domande più profonde sull’origine e il destino del genere umano. Di fronte a questi interrogativi, «i cristiani propongono Gesù di Nazaret».

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Nella stessa occasione non era mancato un riferimento alle università, luoghi di studio e dialogo. «Cari amici, nel nostro tentativo di scoprire i punti di comunanza, forse abbiamo evitato la responsabilità di discutere le nostre differenze con calma e chiarezza. Mentre uniamo sempre i nostri cuori e le menti nella ricerca della pace, dobbiamo anche ascoltare con attenzione la voce della verità. In questo modo, il nostro dialogo non si ferma ad individuare un insieme comune di valori, ma si spinge innanzi ad indagare il loro fondamento ultimo».

«Il più importante obiettivo del dialogo interreligioso – proseguiva allora Benedetto XVI – richiede una chiara esposizione delle nostre rispettive dottrine religiose. A questo proposito, collegi, università e centri di studio sono importanti luoghi per un sincero scambio di idee religiose. La Santa Sede, da parte sua, cerca di portare avanti questo importante lavoro attraverso il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica, e varie Università pontificie».

Di dialogo interreligioso l’allora pontefice avrebbe parlato anche il giorno successivo, il 18 aprile, nel suo discorso alle Nazioni Unite. «Il riconoscimento del valore trascendente di ogni uomo e ogni donna favorisce la conversione del cuore, che poi porta ad un impegno di resistere alla violenza, al terrorismo ed alla guerra e di promuovere la giustizia e la pace. Ciò fornisce inoltre il contesto proprio per quel dialogo interreligioso che le Nazioni Unite sono chiamate a sostenere». Una prospettiva mai lontana come oggi, quando ci si accinge a celebrare i funerale dell’ONU. Morto ormai da tempo.

Nell’immagine: Benedetto XVI in preghiera a Ground Zero, New York, 20 aprile 2008.

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