È morto Bruno Batori. Con lui il presepe navigò fino a casa di Paolo VI

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È scomparso all’età di 84 anni Bruno Batori, inventore poliedrico e dalla fede creativa. Con lui il presepe navigò fino alla residenza di Paolo VI e san Francesco raggiunse Ushuaia.

di Alessandro Cianetti, cognato di Bruno Batori.

Nelle ore del primo mattino di ieri le campane della nostra torre antica hanno funestamente suonato per annunciare che si era addormentato nella pace di Cristo Bruno Batori che, girata l’ultima pagina della sua vita terrena, ha raggiunto in cielo la mitica e tanto compianta mamma Genoveffa e suo babbo Vincenzo prematuramente scomparso. Lo piangono la sua amatissima sposa Loredana, la figlia Michela, il genero Carlo, l’adorata nipotina Ilaria, suo fratello Vittorio e mia moglie Anna Maria, sua sorella, i cari nipoti e le rispettive famiglie cui è stato sempre legato da indissolubili vincoli di amore. Lo piange la Parrocchia e tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Con Bruno se ne va una lunga e indimenticabile figura della vita comunitaria di Petrignano. Vissuto nella fede in Dio, nell’obbedienza alla Chiesa e nella osservanza dei doveri cristiani, la sua esistenza umana si è sempre basata su rapporti di solidale e affettuosa amicizia con le persone del nostro paese e particolarmente con coloro che hanno condiviso la sua fantasiosa creatività nella realizzazione di tante simpatiche e originali iniziative che hanno meritato attenzione e apprezzamento sui giornali e sulle reti radio televisive di oltre i confini del nostro paese e a volte anche d’Italia e non solo dell’Italia.

Non è facile dire tutto di Bruno in pochi minuti perché così intensa è stata la sua vita nella famiglia e nella società. In un angolo di casa per lui sacro, c’è un affollarsi di ricordi che si concretizzano di colori, di luci di profumi, di sentimenti e di momenti gioiosi e che si susseguono uno dopo l’altro con lo stesso vario, amichevole andare delle acque del Chiascio. In quel suo angolo di casa c’è la testimonianza della sua personalità, delle sue simpatiche e a volte stravaganti iniziative e di quei valori ai quali ha dedicato il suo ingegno e la sua fantasia.

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La costruzione, appena quattordicenne, del trenino elettrico, l’invenzione della penna luminosa, del quadriciclo spinto a mano, il volo dell’albero di Natale issato sul tetto dell’Asilo e poi trascinato dal vento in terra svedese, i Babbi Natale carichi di strenne per i bambini poveri che trascinati da centinaia di palloni colorati hanno solcato i cieli dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo, il presepe spaziale chiuso in un piccolo satellite planato ai pendii del Gran Sasso e avvistato dagli occhi increduli di un pastore abruzzese, il presepio allestito in un fusto di benzina che navigando sulle acque del Chiascio e del Tevere finì nella stanze vaticane del Santo Padre Paolo VI, i viaggi con il suo inseparabile Franco Gorietti: in moto a Capo Nord e in bicicletta a vela a Ushuaia ove fu deposta la statua bronzea di san Francesco, il viaggio, assieme a mio fratello Adelio e Pippi Ridolfi, con la vecchia Balilla vestita da garibaldina che ripercorse le tappe delle guerra per l’Unità d’Italia per ricordare le imprese del nostro grande concittadino Generale Luigi Masi, l’allestimento di una vecchia 1100 fiat e predisposta per la campagna volontaria contro gli incidenti stradali attraversando città italiane ed europee, il viaggio per l’Europa con una vecchia auto Fiat del 1948 per propagandare la coscienza europeistica e l’integrazione dei popoli del vecchio continente. Ideatore della ’istituzione del premio internazionale “il Samaritano”.

Ciao mio caro Bruno, il ricordo di te è più forte di qualsiasi abbraccio più eloquente di qualsiasi altra parola. Che Dio dia al tuo spirito l’eterno riposo e la luce di Cristo e di Maria risplenda nei tuoi occhi.

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