Carlo Acutis, si chiude il processo diocesano di canonizzazione. Internet avrà un altro patrono?

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Si chiuderà domani, giovedì 24 novembre, a Milano, alla presenza del card. Angelo Scola, il processo diocesano di canonizzazione del giovane Carlo Acutis, in corso dal 2013 e promosso dalla Diocesi di Milano. L’iter proseguirà presso la Santa Sede.

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«Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie». Una frase che racchiude l’essenza del giovane Carlo Acutis, morto nel 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante. Un adolescente perfettamente inserito nel suo secolo – fra scuola, amici, videogiochi ed internet – ma con la chiara consapevolezza di essere soltanto in viaggio lungo la sua «autostrada per il Cielo».

Un viaggio fatto di tappe feriali – Messa e Comunione quotidiane, adorazione eucaristica, Rosario, servizio ai poveri alla mensa Caritas e con i bambini dell’oratorio – che in un ragazzo dei nostri tempi assumono la dimensione dell’eroismo. Accanto alla preghiera, alla viva devozione mariana e alla preoccupazione per i Novissimi, costante è la passione di Carlo per l’informatica e le nuove tecnologie, che esprime nella creazione di siti web, nel montaggio di film e nei giornalini di cui cura redazione e impaginazione.

Proprio internet, sovente demonizzato – e a ragione – per la sua capacità di amplificare la violenta vanità insita in ogni uomo, conserva oggi le tracce della santità di Carlo Acutis. Videogiochi e fotografie di animali che appartengono all’orizzonte di un adolescente come tanti, ma anche un senso dei legami che supera la superficialità esacerbata dai social network. Per Carlo i “contatti” sono in Cielo, «amici specialissimi» dei quali invita a tenere il conto: il venerabile Nicola d’Onofrio, le beate Chiara Luce Badano e Cecilia Eusepi, Maria Isoardo, solo per citarne alcuni, giovani testimoni della fede che affiancano i santi più noti della spiritualità cristiana. Sul web è poi ancora visitabile la mostra virtuale progettata e realizzata da Carlo Acutis sui miracoli eucaristici nel mondo, fra i quali quello che nel 1996 coinvolse l’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio.

Per Carlo arriva poi la malattia, una leucemia affrontata con coraggio e spirito di sacrificio – «perché c’è gente che soffre molto più di me» – offrendo il proprio dolore per la Chiesa e per il Papa. Carlo Acutis imbocca l’ultimo casello di quella sua autostrada per il Cielo a Monza, il 12 ottobre 2006. Viene seppellito nella nuda terra ad Assisi, la città che più di altre è tornata nella sua vita.

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«Il suo essere un ragazzo flessibile, conoscitore, appassionato dei personal computer – ha ricordato all’AGI mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della comunicazione della Santa Sede – mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante oggi la convergenza digitale. Chiedendomi di costruire la Segreteria per la Comunicazione il Santo Padre ha chiesto a tutta la Chiesa di intraprendere “un corso di recupero” di fronte a 30 anni di ritardo. Per questa ragione accolgo l’incontro con Carlo: se mi viene incontro è perché noi abbiamo tutti i patroni, ma non il patrono di internet. Chissà se oltre a essere creato e riconosciuto beato possa essere anche riconosciuto come patrono di internet». Un ruolo in verità già riconosciuto nel 2002 da Giovanni Paolo II a Isidoro di Siviglia, autore nel VI secolo della più antica enciclopedia conosciuta, ma ufficiosamente attribuito anche a san Pedro Regalado e a santa Tecla.

Giovedì 24 novembre alle ore 17.00 in Arcivescovado a Milano (piazza Fontana 2), il card. Angelo Scola presiederà la chiusura del processo diocesano di canonizzazione di Carlo Acutis. Al termine della cerimonia, al Cinema Apollo (Galleria de Cristoforis 3), saranno presentati il documentario La mia autostrada per il cielo – Carlo Acutis e l’Eucarestia, realizzato dall’Officina della Comunicazione in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, e il volume di Nicola Gori, Un genio dell’informatica in cielo. Biografia di Carlo Acutis, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

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