La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 6 ottobre 2024

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VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore. Dove ho visto Dio. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Mt 20,1-16

E le mie mani hanno applaudito il mondo
Perché il mondo è il posto dove ho visto te.
E c’è una parte nella mia città
Che assomiglia a te

Jovanotti (Safari, 2008)

Sesta domenica dopo il martirio di Giovanni il Precursore. Rito ambrosiano.

“Il mondo è un posto dove ho visto te”. Ho ascoltato tante volte questo splendido brano di Jovanotti, ma solo ad un certo punto, quasi improvvisamente, mi sono reso conto che era perfetto per immaginare come Gesù guardasse il mondo.

E ho immaginato il Maestro fermarsi assorto su un dettaglio, semplice come la spiga di grano, oppure su una scena, quotidiana come una donna che mette la casa sottosopra per ritrovare una moneta perduta.

L’ho immaginato fissare i pescatori che tirano le reti a terra, o la gente in piazza in attesa di essere presa a giornata: il suo è uno sguardo che applaude il mondo, perché lì dentro ci vede qualcosa che assomiglia a ciò che ama di più; qualcosa che assomiglia a Dio.

Le parabole nascono da lì: dal serbatoio del mondo, a cui Gesù non può fare a meno di guardare con gli occhi dell’amore.

Ed è proprio questa la logica del racconto di oggi, in cui Gesù ci dà una lezione di sguardi, raccontando ancora una volta dove abita Dio. E dice: Dio abita in una bontà che va oltre la giustizia, dove le opere non contano, perché più importante è il bisogno; Dio abita in una realtà in cui nulla dipende soltanto da noi, perché tutto è grazia.

C’è una preghiera, che è anche una poesia, spesso opportunamente citata a proposito di questo brano. La scrive Ermes Ronchi e vorrei riportarla anch’io:

Concedimi, Signore,
di essere lavoratore contento della vigna,
di aver servito il Vangelo,
operaio di non so quale ora
ma che non si aspetta ricompensa alcuna.

Lieto solo di aver lavorato alla tua vigna,
per grappoli profumati, per un vino nuovo,
per una terra più bella.

Contento di essere primo al lavoro
e contento per il denaro degli ultimi.

Ti prego, Signore,
concedimi uno sguardo buono
e poi di imparare a godere della tua bontà.

Tu sei la mia vita,
la mia ricompensa,
il mio frammento d’oro.

Ti dispiace che io sia buono?
mi domandi.

No, Signore, non mi dispiace
perché sono l’ultimo della fila
e tutto è grazia.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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