La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 23 maggio 2021

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Domenica 23 maggio 2021. Domenica di Pentescote. Anno B. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.


In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».
(Gv 14, 15-20)

“Nel giorno del re Messia berremo il vino stagionato custodito nei suoi grappoli, nei grappoli della vigna del re Messia, fin dal primo giorno in cui fu creato il mondo. E berremo il frutto dei melograni preparati per i giusti nel giardino dell’Eden. Il vino buono era una delle molte creature create dal Santo – benedetto sia – e di cui il mondo non era degno di godere; allora il Santo – benedetto sia – le nascose. E per chi le nascose? Per i giusti del secolo futuro. E dove le nascose? Nel giardino dell’Eden”.
(dal Talmud)

Nelle ultime ore della sua vita, nel contesto dell’ultima cena condivisa con i suoi discepoli, Gesù li rassicura: sarà loro dato di respirare lo Spirito. “Ora siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia”, dirà poco dopo (16,22).

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Lo Spirito è sorgente di gioia. Questa gioia – “il gigantesco segreto di Cristo e del cristiano”, secondo Chesterton – risulta incomprensibile a quanti ne sono estranei. Questa, quantomeno, è la reazione di chi ascolta, il giorno di Pentecoste, i discepoli di Gesù mentre sciamano fuori dal cenacolo e cominciano a raccontare le grandi opere di Dio nella vicenda di Israele e di Gesù in particolare (cfr. At 2,1-13). “Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l’un l’altro: Che significa questo? Altri invece li deridevano e dicevano: Si sono ubriacati di mosto”.

Come nel testo talmudico: il vino buono, il vino dei grappoli del Messia, scorre nel corpo dei giusti. Infiamma di gioia e benedizione la gola e il cuore di chi lo accoglie. Quel vino, il robusto fuoco dello Spirito, è offerto – annuncia il Messia Gesù – a tutti. Ne berranno tutti coloro che lo accoglieranno. Faranno l’esperienza di un nuovo modo di stare al mondo. Agli altri, a chi non accoglie il dono, potrà sembrare che essi siano come ubriachi.

Il discepolo di Gesù, se è davvero discepolo, potrà fare l’esperienza di sentirsi incomprensibile agli occhi “del mondo”, che nel linguaggio del vangelo di Giovanni indica l’umanità impermeabile all’amore del Padre. Saran presi per avvinazzati. Perché lo Spirito è misterioso: “Voi lo conoscete – spiega ancora Gesù ai suoi – perché egli rimane presso di voi e sarà in voi […] lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce”.

“Il vino buono”, “il vino stagionato custodito nei grappoli” della vigna del Messia. Era custodito in Eden, nascosto agli occhi di noi tutti. Ma il giorno del Messia è infine sorto nel mondo, e il dono di cui non eravamo degni (di cui non siamo mai degni) ci è stato posto davanti. Questo vino è lo Spirito Santo.

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Forse per questo, nel vangelo di Giovanni, il primo e l’archetipo dei “segni” compiuti da Gesù, a Cana di Galilea, ha a che fare con il vino. E forse proprio per questo, racconta Giovanni, il maestro di tavola rimprovera lo sposo di “aver tenuto da parte fino ad ora il vino buono”. Ma, certo, non avrebbe potuto essere versato prima: occorreva attendere che il Messia sedesse al banchetto del mondo.

Don Paolo Alliata

Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.

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