La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 7 luglio 2024

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VII Domenica dopo Pentecoste. Coraggio. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 16,33-17,3

«Torno a dire, monsignore − rispose adunque − che avrò torto io…
Il coraggio, uno non se lo può dare».

Don Abbondio in “I promessi sposi”, Manzoni

VII domenica dopo Pentecoste, rito ambrosiano. Gesù dice: “Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”.

Nell’ultima edizione del discorso che l’Arcivescovo di Milano pronuncia tradizionalmente in occasione della festa di Sant’Ambrogio, mons. Mario Delpini ha parlato di un’epidemia strisciante e pericolosa: quella della paura.

Servono i vaccini della fiducia, del coraggio e della speranza.

Ma dove trovarli?

Il Vangelo ci presenta una fiducia reciproca: da un lato Gesù, che si propone come soggetto a cui attribuire fiducia, e dall’altro i suoi discepoli, che avranno tribolazioni, ma possono – e Gesù lo sa – vincere il mondo come ha fatto lui.

Il coraggio dunque, come afferma don Abbondio nel famoso brano dei Promessi Sposi, non nasce spontaneamente nell’animo di una persona, ma germoglia dove c’è un atto di fiducia in qualcosa o qualcuno che ci sta davanti.

Nel discorso di Sant’Ambrogio, Delpini afferma: “Per i cristiani il riferimento a Gesù, alla sua missione e al suo messaggio deve ispirare una fiducia che può essere invincibile, se la pratica cristiana non è troppo superficiale e convenzionale”.

Il primo appiglio per la fiducia del credente è dunque Dio stesso, e per noi cristiani è Gesù.

Il fatto che però Gesù abbia fiducia in quelli che vivono nel mondo, ci spinge a cercare il coraggio anche guardandoci intorno.

Cito ancora alcuni stralci del discorso in occasione di Sant’Ambrogio:

“In questo momento solenne, perciò, voglio dichiarare che l’umanità merita fiducia. Per esempio, io ho fiducia in chi guida i mezzi pubblici. So che mi porteranno a destinazione. Io ho fiducia nel panettiere e nel fruttivendolo: so che mi venderanno prodotti sani. Ho fiducia nel cuoco e nel cameriere, so che mi preparano e mi servono un ottimo risotto alla milanese. Ho fiducia nelle forze dell’ordine, so che dedicano tempo, intelligenza, fatica per garantire ordine e sicurezza in città. Ho fiducia nel sindaco e nel tecnico del Comune, so che fanno in modo che la città funzioni. Ho fiducia nei preti, so che sono dedicati a prendersi cura delle persone loro affidate. Ho fiducia nei passanti e nei turisti che incrocio in piazza Duomo, so che passano accanto forse senza sorridere e senza salutare, tanto vanno di fretta, ma anche senza disturbare. Ho fiducia nelle persone e se non conosco una via e chiedo informazioni, so che, se sanno rispondere, rispondono con gentilezza e precisione. L’umanità tutta, merita fiducia”.

Il coraggio, dunque, uno non se lo può dare. Però può darcelo Gesù, e anche l’umanità.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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