La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 24 novembre 2024

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II Domenica di Avvento. I figli del Regno. Equilibrio. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Mc 1, 1-8

Rito ambrosiano, seconda domenica di Avvento. L’inizio della buona notizia di Gesù si chiama Giovanni.

Nel rito ambrosiano quest’uomo è caricato di un’importanza enorme, ma forse semplicemente perché enorme è stato il suo “sbilanciamento” su Gesù, e tutto nel Battista parla di Lui.

Lascio emergere una domanda forse un po’ sfacciata: è possibile considerare il Battista un uomo “equilibrato”?

Il buon senso direbbe di no, o almeno non dal punto di vista dei canoni classici e nemmeno di quelli del mondo in cui viviamo.

Il mondo classico definisce infatti l’equilibrio come la capacità di collocarsi tra due estremi, e dunque al di fuori da ogni esagerazione, poiché “in medio stat virtus”: la virtù sta nel mezzo.

I tempi in cui viviamo, d’altra parte, non enfatizzano necessariamente l’equilibrio in quanto tale, ma auspicano invariabilmente personalità autocentrate, in cui tutto è relativo al proprio ego.

Le conclusioni, per il Battista, si tirano facilmente: in entrambi i mondi non può essere un modello di equilibrio.

E allora, come può essere un esempio proponibile?

Papa Francesco una volta se n’è uscito con una delle sue frasi che lasciano il segno. Diceva: “Per fare un passo avanti, bisogna perdere l’equlibrio!”.

Il concetto che lega la perdita dell’equilibrio al cammino è stato espresso molto bene e più diffusamente anche da Madeleine Delbrel nel suo famoso scritto che parla di biciclette:

“Andate…” dici a ogni svolta del Vangelo.
Per essere con Te sulla Tua strada occorre andare
anche quando la nostra pigrizia ci scongiura di sostare.

Tu ci hai scelto per essere in un equilibrio strano.
Un equilibrio che non può stabilirsi né tenersi
se non in movimento,
se non in uno slancio.

Un po’ come in bicicletta che non sta su senza girare,
una bicicletta che resta appoggiata contro un muro
finché qualcuno non la inforca
per farla correre veloce sulla strada.

La condizione che ci è data è un’insicurezza vertiginosa, universale.
Non appena cominciamo a guardarla,
la nostra vita oscilla e ci sfugge.

Noi non possiamo star dritti se non per marciare
e tuffarci, in uno slancio di carità.

“La spiritualità della bicicletta” (Madeleine Delbrêl, La gioia di credere)

Giovanni il Precursore mi affascina perché ha perso l’equilibrio; perché non sta in piedi se non cammina verso il Signore e ha un coraggio da matti: decentrarsi per poi sbilanciarsi su Gesù.

La sua proposta chiama in gioco anche noi.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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