La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 2 giugno 2024

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II Domenica dopo Pentecoste. Non preoccuparti. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Lc 12, 22-31

Se qualcosa può andare storto, lo farà.
Arthur Block (La legge di Murphy)

We were tangled up in blue
Eravamo aggrovigliati nella tristezza

Bob Dylan, Tangled up in blue (1975)

Noialtri, gente della strada, crediamo che niente di necessario ci manca. Perché, se questo necessario ci mancasse, Dio ce lo avrebbe già dato.
Madeleine Delbrel (Noi delle strade)

Non preoccuparti. Punto.

Senza complemento, è un’espressione che rischia di produrre l’effetto opposto: infatti, quando qualcuno ci parla così, sorge spontanea una domanda: perché non mi dovrei preoccupare? Forse perché “andrà tutto bene” (come recitavano disperatamente le scritte sulle lenzuola durante la pandemia)?

Il principio generale di Murphy afferma che “se qualcosa può andare storto, certamente lo farà”, quindi il mondo non è fatto soltanto di inguaribili ottimisti, ed è per questo che quando diciamo a qualcuno di “non preoccuparsi” dovremmo aver cura di spiegargli perché!

Nel Vangelo che il rito ambrosiano ci propone nella II domenica dopo Pentecoste, Gesù esordisce proprio con questo invito: “Non preoccupatevi!”.

La preoccupazione, l’affanno, l’ansia, sono dunque sentimenti che ammorbano lo spirito di gente di ogni epoca e società; Gesù però non si limita a stigmatizzare questi sentimenti lasciando il suo monito sospeso nel vuoto, ma li correla con due parabole e un principio generale (il suo).

Le due parabole vengono dalla natura: i gigli che Dio veste, e gli uccelli che Dio nutre.

Nell’ecosistema della vita, sembra dirci Gesù, Dio ha predisposto che a nessuno manchi del necessario, che viene comunque dato. Come in ogni parabola ovviamente, bisogna cogliere il punto centrale senza passare sotto il vetrino l’accuratezza di ogni affermazione: si potrebbe ad esempio obiettare che a volte i fiori si seccano, e non possono farci proprio niente, oppure che gli esseri umani non possono fisiologicamente nutrirsi andando in cerca di bacche e insetti come fanno gli uccellini. Questo però non è il punto.

La questione per Gesù è ribadire che Dio provvede.

Ma in che senso? Si vuol dire che basterebbe starsene con le mani in mano per ricevere tutto senza ansie e preoccupazioni? Ovviamente no.

L’affermazione chiave è contenuta nel principio generale di Gesù, enunciato nell’ultimo versetto: “Il Padre Vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta”.

Nella versione di Matteo l’espressione è ancora più completa: “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33).

Come un gomitolo ingarbugliato nel cuore dell’umanità – ansie, desideri e passioni si possono sciogliere solo cercandone il capo, ovvero ciò che sta “prima di tutto”.

Secondo Gesù, anzitutto c’è il Regno di Dio, perché se Dio regna, la sua giustizia farà sì che nulla di necessario ci manchi, e tutto ci venga dato.

Quando la nostra giustizia cammina verso quella di Dio, ansie, eco-ansie, preoccupazioni legittime e sacrosante di guerra, sopruso, diseguaglianza e disparità, lasciano pian piano il posto alla fiducia nel prossimo, e avvicinano il mondo al posto che ci ha annunciato Gesù.

Diversamente, restiamo intrappolati dall’ansia, vittime delle preoccupazioni, aggrovigliati nella tristezza.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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