Pentecoste. Appoggiati a Lui. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo
Gv 14,15-20
Appoggiati pure a me!
…Sempre qui mi puoi trovare
io ti aspetterò.
Appoggiati a me (Eugenio Finardi, Millennio, 1991)
Nella domenica di Pentecoste la liturgia ambrosiana ci propone la promessa di Gesù: “Vi manderò un altro paràclito, perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).
Paràclito, mi hanno spiegato fin dal giorno della mia Cresima, significa “avvocato chiamato in tua difesa”, “difensore che sta al tuo fianco”. Gesù precisa che si tratta di “un altro”, perché Lui a sua volta camminava accanto ai suoi discepoli, o subito davanti a loro, ma sarà lo Spirito Santo a restare per sempre con loro dopo che Gesù sarà tornato al Padre, così che essi non siano orfani, ma sempre custoditi dall’amore di Dio.
Mi è venuta in mente una bellissima canzone di Eugenio Finardi, nella quale l’immagine di qualcuno che sta accanto al più piccolo perché gli si possa appoggiare è forte.
Nella solitudine, quando la strada non si vede più, o in tutte le situazioni in cui il piccolo sperimenta la propria insufficienza e realizza che un sostegno non arriva da nessuna parte, qualcuno accanto a lui non vacilla e si propone come appiglio sicuro: “Appoggiati pure a me!”.
Per i cristiani è sotto la guida dello Spirito Santo che si cresce, al punto che le cosiddette “virtù teologali”, ovvero fede, speranza e carità, non nascono semplicemente dalla disposizione del soggetto, come avviene per quelle “cardinali” (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), ma quando ci si appoggia alla Grazia Santificante che è lo Spirito Santo.
In chi è posseduto dallo Spirito Santo, poi, qualcosa di nuovo cresce e “come (questo avvenga), egli stesso non lo sa” (Mc 4,27).
E c’è qualcosa di nuovo che
Non sai capire cos’è
Non sai capire perché
Ma sta crescendo dentro te
(Appoggiati a me)
La Solennità di Pentecoste è il giorno in cui la Chiesa celebra un Dio vicino, “accessibile per sempre”, che irrevocabilmente desidera accompagnare la creazione fino al suo totale rinnovamento.
“E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere»” (Ap 21,5).
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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