La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 15 settembre 2024

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III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore. Rinascere. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 3,1-13

E ogni volta torna sera
e la paura…

Vasco Rossi, Ogni Volta (Vado al massimo, 1982)

Esce di notte. Esce da solo. Mi affascina sempre questa constatazione: è l’unico che sia riuscito a rintracciare il Maestro dopo il tramonto del sole.

Certo, anche Giuda ci riuscirà – più avanti – ma con fatica, e comunque aveva le sue dritte.

Nicodemo no: lui lo trova da solo.

Il Vangelo ambrosiano della III domenica dopo il martirio di san Giovanni Battista è dedicato a questo incontro pacato, avvolto nelle tenebre.

Nicodemo si è perso, ma è quasi bello perdersi se poi ci trova Gesù.

Non fa nemmeno la domanda, quasi come se elaborarne una fosse qualcosa di troppo gravoso, di troppo difficile; riesce solo a dire che ci sono indizi per cui si è convinto che Gesù viene da Dio.

Da lì in poi però c’è solo incertezza: non sa se seguirlo, non sa come seguirlo. Non sa più nulla.

È un uomo braccato dalla paura, come dice la canzone di Vasco: la paura che torna sempre, tutte le volte che scende la sera.

Ma Gesù gli risponde anche se la domanda non è mai arrivata: gli dice “devi avere il coraggio di rinascere”.

C’è un detto famoso, attribuito a Lao Tse, antico filosofo cinese, che recita così: “Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla”.

Per Nicodemo è arrivato il momento che prima o poi sorprende tutti coloro abbiano udito la chiamata di Gesù: quello in cui bisogna decidere.

Il salto nel buio porta in sé la paura del bruco che non vuole lasciare il bozzolo perché teme che al di là ci sia la fine del mondo. Rinascere dall’alto è come uscire dal grembo della notte, attraverso un processo che richiede una scelta. Nicodemo saprà superare la paura?

Giovanni non ci risponde subito, quasi per rendere l’idea del tempo che la notte ha richiesto per fare il suo corso. È davvero un parto, un lungo processo. Alla fine però, ecco la sorpresa: Nicodemo ce l’ha fatta! Riappare una prima volta, quando si leva apertamente a difendere Gesù di fronte al Sinedrio che delibera di ucciderlo (7,50); riappare una seconda volta, quando insieme a Giuseppe d’Arimatea trova il coraggio (inaudito per gli undici) di andare da Pilato a chiedere il corpo del crocifisso (19,39).

Nicodemo ce l’ha fatta: è una crisalide che è divenuta farfalla, un feto che ha visto la luce squarciando il grembo della notte che lo cullava con le sue paure.

E io? E noi? Chiedercelo senza retorica è il primo passo per metterci seriamente di fronte alla Parola di Gesù: “Se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”.

Come immaginare che tutto questo non ci riguardi?

Tutte le volte in cui del regno di Dio vediamo a malapena vaghi contorni, è perché la scelta di rinascere ci attende ancora.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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