La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 11 agosto 2024

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XII Domenica dopo Pentecoste. Dignità. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Mt 10, 5b-15

Lacrima non cancellare il mio più grande pensiero
C’è ancora qualcuno, c’è ancora qualcuno
che ha dentro quello che ho io
e dal fondo di questo mio cuore
c’è una speranza che sale
e che non mi fa morire come te
C’è ancora qualcuno, c’è ancora qualcuno
che parla di dignità
come fosse il suo bene più caro, il più sudato traguardo
Chi vive degno di se, vive da re.

Biagio Antonacci, C’è ancora qualcuno (Tra le mie canzoni, 2000)

Il cammino di Santiago l’ho compiuto due volte: la prima attraverso il cammino francese, e la seconda sulla strada del cammino primitivo.

Ricordo che uno dei pensieri che mi attraversarono, nelle lunghe e bellissime ore di marcia e silenzio, fu quello relativo alla gente di quei paesi, che giorno dopo giorno, anno dopo anno, fin dall’infanzia, deve per forza aver visto centinaia di pellegrini passare sul marciapiede, proprio davanti alla porta di casa, a pochi metri dalla cameretta, dalla cucina o dal locale in cui un ragazzo si ritira per mettere la testa sui libri.

Il ragazzo, di tanto in tanto, alza gli occhi e guarda fuori dalla finestra… ed ecco un gruppo di amici con lo zaino, un vecchio con l’immancabile bastone e la conchiglia, due fidanzati che, mano nella mano, camminano.

Il desiderio cresce. Il suo cuore alza l’asticella della domanda e, prima o poi forse, fa come un’analogia: se quella gente che passa ha una meta, allora anche il tempo che passa ce l’ha. E lì realizza che “non partire” non sarebbe degno di lui.

Nel Vangelo che il rito ambrosiano propone – XII domenica dopo Pentecoste – si parla della missione dei dodici: Gesù li manda di città in città per annunciare che “il Regno dei cieli è vicino”.

La loro testimonianza raggiungerà – implica Gesù – coloro che ne sono degni. Ma come si fa ad esserlo?

Credo che degno del Vangelo sia chi lo accoglie. E l’accoglienza parte da lì: dal senso di vuoto che ha quel ragazzo, seduto nella propria cameretta, quando si rende conto di dover partire: come lui, bisogna cominciare a vivere all’altezza dei propri sogni.

La dignità che ai discepoli Gesù raccomanda di cercare nei luoghi che visiteranno (“Domandate chi là sia degno”, v. 11) la troviamo quando si passa dalla superficialità alla profondità, ponendo finalmente una domanda che si è fatta più profonda, più adulta, più seria. È a questa domanda che l’annuncio evangelico risponde con grande concretezza: la guarigione dei malati, la purificazione degli esclusi (i lebbrosi), la sconfitta dei disagi del cuore e della mente (scacciate i demoni), la risurrezione dei morti, “sono” e costituiscono il Regno di Dio. Quando ci passa davanti, il Regno di Dio ci restituisce dignità, e comincia il pellegrinaggio della vita.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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