La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo ambrosiano del 12 gennaio 2020

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Domenica 12 gennaio 2020. Battesimo del Signore, Anno A. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.

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In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». (Mt 3,13-17)

«La vita è un’ombra che cammina, un povero attore che si agita, si pavoneggia la sua ora sopra il palco e poi non se ne sa niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, che non significa nulla» (W. Shakespeare, Macbeth)

Macbeth, il fedifrago sovrano di Scozia, è ormai preda del suo insano furore. Allucinato dai fantasmi che lo tormentano, partoriti dalla sua immaginazione sanguinaria, il micidiale uomo d’armi annaspa nell’angoscia: si vede sprofondare nella mancanza di senso dell’umana avventura. L’oscurità di una notte maledetta è scesa e regna su di lui.

Su Gesù scende invece lo Spirito di Dio in forma di colomba. I Vangeli sono concordi nell’indicare il misterioso avvenimento al fiume Giordano come una svolta nella vita del giovane rabbino di Galilea. Gesù si sottopone al rito di Giovanni. Vuole adempiere ogni giustizia: è un’espressione un po’ enigmatica, ma si capisce che Gesù ritiene che sia volontà del Padre. Ed ecco, in risposta al gesto di Gesù, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio. Per Gesù la vita, da questo momento, sarà il cammino che lo porta ad annunciare che i Cieli sono spalancati, e il Respiro di Dio sta animando il mondo.

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Macbeth non conosce alcuna quiete. Il Respiro di Dio gli è sconosciuto. Si dibatte nell’angoscia amara e vuota di un cuore ossessionato dal potere. Su di lui il cielo è blindato, la scena in cui si muove fredda e buia, un’assurda commedia degli orrori. Per Gesù la vita è invece aperta. Piena e vibrante, feconda di un Amore che deborda, che squarcia i cieli della storia per accompagnare il sentiero di ogni uomo.

Lo Spirito del Signore vuole liberarci dall’angoscia ripiegata su se stessa, spalancare il suo Cielo su di noi, liberare il suo Respiro dentro noi. Anche il cielo al fondo di ogni cuore aspira a sentirsi chiamare con quel nome: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te ho posto la mia gioia» (cfr. Mc 1,11).

Il Signore ci accompagni.

Don Paolo Alliata

Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.

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