La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 19 giugno 2022

Leggi in 6 minuti

Domenica 19 giugno 2022. II Domenica dopo Pentecoste. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Paolo Alliata.


In quel tempo. Il Signore Gesù ammaestrava le folle dicendo: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».
(Mt 6, 25-33)

«Gli uomini – disse il piccolo principe – si imbucano nei rapidi, ma non sanno più che cosa cercano. Allora si agitano, e girano intorno a se stessi…». E soggiunse: «Non ne vale la pena». […] Non volevo che facesse uno sforzo. «Lasciami fare», gli dissi, «è troppo pesante per te». Lentamente issai il secchio fino all’orlo del pozzo. Lo misi bene in equilibrio. Nelle mie orecchie perdurava il canto della carrucola e nell’acqua che tremava ancora, vedevo tremare il sole. «Ho sete di questa acqua», disse il piccolo principe, «dammi da bere». E capii quello che aveva cercato! Sollevai il secchio fino alle sue labbra. Bevette con gli occhi chiusi. Era dolce come una festa. Quest’acqua era ben altra cosa che un alimento. Era nata dalla marcia sotto le stelle, dal canto della carrucola, dallo sforzo delle mie braccia. Faceva bene al cuore, come un dono. Quando ero piccolo, le luci dell’albero di Natale, la musica della Messa di mezzanotte, la dolcezza dei sorrisi, facevano risplendere i doni di Natale che ricevevo. «Da te, gli uomini», disse il piccolo principe, «coltivano cinquemila rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano…». «Non lo trovano», risposi. «E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua…». «Certo», risposi. E il piccolo principe soggiunse: «Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore».
(A. de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, XXV)

Siamo creature in cerca di amore. Sotto il velo dell’acqua al pozzo, nel cuore del deserto, cerchiamo la vicinanza di chi ci vuol bene. L’aviatore, l’adulto rimasto prigioniero del deserto a causa dell’avaria del suo aeroplano, impara un po’ per volta a scendere a quel livello di profondità, accompagnato dal piccolo principe. Il misterioso bambino lo apre ad una visione più consapevole della vita: si può cercare nutrimento nell’accumulo, nel possesso di cinquemila rose, e restarne frustrati, oppure accogliere da quel che la vita ci offre il po’ di amore che ci conserva e ci rilancia nell’avventura di vivere.

Leggi anche:  La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 20 ottobre 2024

Riconoscere dietro il secchio d’acqua le mani e la cura dell’adulto. Scorgere dietro la spensieratezza degli uccelli del cielo e la precarietà dei gigli del campo l’affidabilissima presenza del Padre dei cieli. Riconoscere che vive davvero non chi si preoccupa di sé, chi vive nell’affanno di dover fare solo da se stesso, come se tutto nella vita dipendesse solo da lui. Vive davvero – dice Gesù – chi sa che il Padre è affidabile e innamorato della vita, e impegnato a coltivarla e custodirla. Se sai che il Padre è affidabile, allora puoi davvero occuparti della tua vita, e non preoccupartene.

“Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia”, dice Gesù. “Bisogna cercare con il cuore”, dice il principe bambino. Chi cerca il Regno e chi guarda oltre la superficie si riconosce nella sfera di influenza del Padre, oggetto della sua opera, accompagnato dal Suo amore. E questo lo rende forte nell’impegno di seminare vita attorno a sé, lo rende sorgente d’acqua viva per la sete di chiunque.

Il Signore ci accompagni.

Don Paolo Alliata

Don Paolo Alliata. Nato a Milano nel 1971, dopo la laurea in Lettere classiche all’Università degli Studi di Milano, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Attualmente è vicario della comunità pastorale Paolo VI per la parrocchia di Santa Maria Incoronata a Milano. Autore di testi teatrali sull’Antico e sul Nuovo Testamento, è responsabile dell’Ufficio per l’Apostolato Biblico della Diocesi di Milano. Fra le sue pubblicazioni, Dove Dio respira di nascosto. Tra le pagine dei grandi classici (Milano, Ponte alle Grazie, 2018) e C’era come un fuoco ardente. La forza dei sentimenti tra Vangelo e letteratura (Milano, Ponte alle Grazie, 2019). Da due anni le sue omelie sono raccolte su un canale YouTube.

Restiamo in contatto

Iscriviti alla newsletter per aggiornamenti sui nuovi contenuti

© La riproduzione integrale degli articoli richiede il consenso scritto dell'autore.

Sostieni Caffestoria.it


Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content