La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 8 settembre 2024

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II Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore. Nel nome del Padre. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 5, 37-47

Nomen est omen. Si può tradurre letteralmente “il nome è un presagio”, per dire che il nome che uno porta in qualche modo ne influenzerà il futuro, arrivando addirittura a diventare un compito.

Gesù porta il nome di Yeshua, che significa “il Signore è salvezza”.

Interessante che chiamiamo Gesù “salvatore” e teologicamente lo riconosciamo “della stessa sostanza del Padre”: vuol dire che Gesù ha compiuto del tutto la sua vita e la sua vocazione.

Nel vangelo che il rito ambrosiano ci propone nella seconda domenica dopo il Martirio di Giovanni) questo tema emerge.

Gesù dice ai suoi interlocutori di essere venuto “nel nome del Padre suo”.

Cosa significa? Che non c’è spazio per nient’altro: l’identità di Gesù ha talmente aderito al Padre che non c’è nessuna nota dissonante, nessuna scordatura, nessuna distanza tra la Sua vita e il nome del Padre. Credo si possa dire che Gesù sia maestro proprio in questo, ovvero che ci insegni a vivere una vita che si esprime sempre di più “nel nome del Padre”.

Il segno della croce non è altro che rispondere a questo appello, compiendo l’opera di Dio nel mondo.

Non dunque una forma di scongiuro o un talismano che ci dovrebbe proteggere dalla vita, ma un progetto, una dichiarazione di intenti, un programma che deve contraddistinguere ogni nostro giorno.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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