La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo ambrosiano del 30 giugno 2019

Una lettura di 9 minuti

30 giugno 2019. III Domenica dopo Pentecoste, anno C. Commento al Vangelo, di don Ezio Fonio.

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Nel rito ambrosiano le domeniche dopo Pentecoste fino al giorno del Martirio di san Giovanni Battista (29 agosto) per antica tradizione costituiscono il Tempo dopo Pentecoste. Dopo la solennità della Santissima Trinità (I domenica dopo Pentecoste), nelle successive domeniche il lezionario ambrosiano presenta quel disegno d’amore scaturito dalla Trinità, che è stato avviato dall’atto creativo di Dio, e si è successivamente manifestato nell’alleanza del Sinai, trovando attuazione, nella pienezza dei tempi, nell’Incarnazione del Verbo. In questa terza domenica dopo Pentecoste viene proclamato il Vangelo dell’Annunciazione a Giuseppe.

Vangelo della Messa (Matteo 1, 20b-24b)
In quel tempo. Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: / «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: / a lui sarà dato il nome di Emmanuele, / che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Commento
Qualcuno potrebbe pensare che questo Vangelo sia fuori posto come tempo liturgico in quanto ci porta all’Avvento, tempo dedicato all’attesa della nascita di Gesù. In realtà, l’Incarnazione avviene per opera dello Spirito Santo e viene celebrata nel rito ambrosiano anche nel Tempo dopo Pentecoste, dedicato all’azione di quello stesso Spirito Santo all’opera sin dalla creazione del mondo.

L’Annunciazione a Giuseppe avviene attraverso un sogno. Salta subito alla mente, come certamente venne in mente ai primi ascoltatori del Vangelo secondo Matteo, un altro Giuseppe sognatore, uno dei figli di Giacobbe-Israele. Non è una coincidenza casuale, in quanto nulla viene “a caso” nell’Universo, ma tutto ciò che accade ha un significato e si svolge secondo i disegni della Provvidenza. Attraverso i sogni di Giuseppe, apprendiamo come Dio si serva delle vicende umane della famiglia di Giacobbe per costituire un popolo da cui nascerà il Salvatore del mondo. La “salvezza”, cioè la manifestazione del disegno di Dio nei confronti dell’umanità peccatrice a far parte della vita trinitaria, trova la sua attuazione con l’Incarnazione del Verbo.

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Il richiamo alle vicende iniziali di quello che sarà il popolo d’Israele è dato, oltre che dal modo dell’Annunciazione attraverso un sogno, anche dal fatto che colui che sarà il padre legale di Gesù si chiama proprio Giuseppe, anzi nella genealogia che l’evangelista Matteo colloca in questo stesso primo capitolo del suo Vangelo, anche il padre di Giuseppe, Giacobbe (vedi Matteo 1,15-16), richiama nel nome l’altro Giacobbe cui Dio stesso cambiò il nome con quello di Israele, dopo aver lottato con lui di notte (vedi Genesi 32,24-31).

L’angelo annuncia il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo. Si tratta di un intervento necessario per far conoscere a Giuseppe che si sta attuando il piano divino di salvezza al fine di evitare il ripudio che Giuseppe avrebbe fatto nei confronti della fidanzata, una volta che si fosse accorto della gravidanza di Maria, che non poteva che essere da lui ritenuta come frutto di una relazione con un altro uomo (vedi Matteo 1,18-20).

L’angelo annuncia la nascita di una persona che salverà il popolo d’Israele dai suoi peccati, a cui per questo a Giuseppe chiede di imporgli il nome di Gesù. Questo nome è il diminutivo di Giosuè e significa “Dio è salvezza” o “Dio salva”. Sappiamo poi dai Vangeli che Gesù amplierà l’annuncio della salvezza (“evangelo” dal termine greco che significa “buona notizia”) a tutte le genti (vedi Matteo 28,19). L’angelo ricorda a Giuseppe che Gesù sarà effettivamente l’Emmanuele (che significa “Dio con noi”), che porterà a compimento la profezia di Isaia 7,14, che nella versione greca è detto nascere da una vergine. In realtà nel testo ebraico si parla di una giovane donna e la profezia nel contesto annunciava la nascita dell’Emmanuele come segno per il re Acaz (VIII secolo a.C.), il quale temeva l’attacco a Gerusalemme da parte dei re d’Israele e della Siria.

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Applicazioni
Ci domandiamo: il fatto dell’Annunciazione attraverso un sogno è credibile? Noi prendiamo il testo del Vangelo, così com’è stato scritto, e come suggerisce il papa Benedetto XVI nel suo famoso Gesù di Nazareth (cfr. Mons. Angelo Amato, Una introduzione alla lettura del libro di Benedetto XVI Gesù di Nazaret, qui).

Più in generale: bisogna credere ai sogni? Le vicende stesse che realizzano quel che un sogno preannunzia testimoniano che non tutti i sogni sono elaborazioni della nostra mente, ma mezzi con cui Dio, gli angeli, i santi e persino i nostri morti comunicano con noi. La storia della Chiesa abbonda di fatti rivelati attraverso i sogni (vedi i famosi sogni di don Bosco, da taluni “studiosi” ritenuti generi letterari, cioè un modo di raccontare). Ho riscontri personali di messaggi che anch’io ho ricevuto in sogno e ne ho dai racconti di parecchie persone che mi hanno confidato le loro storie.

La fecondazione di un ovulo della beata Vergine senza il concorso dell’uomo (che consiste nella duplicazione dei cromosomi del nucleo dell’ovulo), avviene in modo miracoloso. Questo miracolo, ovvero un fatto che sospende la legge naturale, è operato dallo Spirito Santo che è spirito di Amore. Nulla è impossibile a Dio, che ha creato l’Universo intero. Si tratta di un fatto unico di “partenogenesi” nella specie umana. Oggi l’Uomo sta sfidando Dio stesso con l’ingegneria genetica mediante la fecondazione assistita, ma, fatto ancor più grave dal punto di vista etico, con la fecondazione senza spermatozoi. La fecondazione artificiale risolve il desiderio di una coppia di avere un figlio, ma ha gravi ripercussioni di ordine psicologico e legale nel caso di fecondazione eterologa, etico per la necessità di distruggere gli embrioni umani non utilizzati (si tratta di veri e propri omicidi), e per il pericolo di selezionare persone con caratteristiche genetiche decise a livello politico.

L’Uomo, contrapponendosi al disegno di Dio, sta distruggendo se stesso. Questo sta avvenendo in vari stati, ma anche in Italia a causa di una Medicina che rincorre la carriera di qualche specialista e si occupa dei desideri contro natura delle coppie, che potrebbero invece adottare qualche orfano o bambino abbandonato. Il tutto si svolge nel disinteresse pratico del Parlamento, dove la presenza di cattolici fedeli alla Dottrina della Chiesa è assai minoritaria, mentre il Governo non riesce a mettere in atto un programma per la famiglia al di là del fatto di avere un Ministro per la famiglia e le disabilità. Rispetto a queste ultime, il Governo dovrebbe cominciare a curare le proprie “disabilità”, cioè l’incapacità di intervenire nei confronti di chi non vuole riconoscere i diritti umani. Le cronache di ogni giorno ci offrono esempi. Quegli stessi diritti sono invece riconosciuti da chi cristiano lo è nei fatti, e non nella semplice ostentazione di simboli religiosi, ma anche da chi li riconosce per quell’impulso divino verso il bene che c’è in tutti noi (opera dello Spirito Santo), come pure nell’azione della coraggiosa capitana della nave Sea Whatch che ha sbarcato quaranta naufraghi a Lampedusa, anteponendo ad essi l’innocua violazione dei confini dell’Italia e le possibili conseguenze giudiziarie nei propri confronti.

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Don Ezio

Nato a Caltignaga (No) il 12 febbraio 1953, mostra un precoce interesse per la comunicazione, coniugando opere parrocchiali, impegno sociale e la cronaca per il settimanale cattolico “L’Azione” e per il telegiornale dell’emittente cattolica Tele Basso Novarese. Spiccata la passione per l’ambiente, che nel 1976 lo vede tra i fondatori dell’Associazione “Pro Natura Novara”, nella quale mantiene tutt’ora un ruolo attivo. È stato vice-presidente della Federazione nazionale “Pro Natura”. Laureato in Scienze biologiche, da sacerdote salesiano svolge il proprio ministero in diverse case del Piemonte e in Svizzera, dove insegna matematica e scienze nelle scuole medie. Per trent’anni si occupa del Museo Don Bosco di Storia Naturale e delle apparecchiature scientifiche del liceo Valsalice di Torino. Nel 2016 fonda a Novara il Museo scientifico-tecnico “Don Franco Erbea”. Dall’ottobre 2018 è incaricato della Biblioteca salesiana ispettoriale nella Casa Madre di Valdocco, in Torino.

Nell’immagine: Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Cristo risorto, XV-XVI sec., Milano, Basilica di Sant’Ambrogio (particolare).

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2 commenti su “La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo ambrosiano del 30 giugno 2019”

  1. Che vergogna strumentalizzare le parole Evangeliche arrivando a giustificare non il salvataggio di vite umane, che salve erano, a rischio di ferirne o addirittura ucciderne altre, ma una ideologia che sostiene una politica di invasione ben orchestrata, date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio

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    • Maria Grazia Chiodi: 1° le persone che erano sulla nave non potevano mica rimanere all’infinito su di essa; 2° lo speronamento della motovedetta è stato un incidente; 3° lei non sa a che religioni appartengano quei quaranta migranti, ma quando si tratta di persone umane non è necessario saperlo, pensi che neppure a Dio interessa questo; infatti al giudizio universale saremo giudicati sulle opere di misericordia corporale, non a quale religione i nostri genitori ci hanno iscritti; 4° io non giustifico nessuna ideologia, ma dico solo come deve comportarsi un cristiano di fronte a queste situazioni, tra l’altro l’ideologia che sostiene una politica di invasione ben orchestrata non esiste come non esiste nessuna invasione (le invasioni sono state quelle dei barbari che hanno occupato i territori dell’Impero Romano d’Occidente e che comunque sono poi diventati cattolici); 5° è lei e molti altri come lei che strumentalizzano le parole evangeliche “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” che riguardano il dovere di pagare le imposte e non quello di obbedire a leggi ingiuste. Del resto lo stesso Codice Penale Italiano all’articolo 54 dice che in caso di necessità è lecito violare una legge per salvare una persona da un pericolo; 6° siccome nelle stesse settimane sono sbarcati altri migranti proprio a Lampedusa ad opera di navi italiane, non è giusto che quelli raccolti da una nave non italiana debbano avere un trattamento diverso; d’altra parte portati i naufraghi nel porto, non signfica che essi abbiano diritto a rimanere in Italia, come del resto quelli sbarcati da nostre navi: è evidente quindi che al nostro ministro degli Interni quelle persone fanno proprio comodo perché così illude molti a pensare che stia davvero contrastando l’immigrazione clandestina cosa che non riesce a fare per oggettivi motivi che l’hanno impedito anche ai governi precedenti. Infine, non sono io che devo vergognarmi di seguire il vangelo, ma qualcun altro che strumentalizza le parole evangeliche a fini elettorali. Io non ho nessun interesse personale da difendere visto che come religioso non ricevo stipendio da nessuno.

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