La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 15 ottobre 2023

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Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani. Solennità del Signore. Il coraggio di ribaltare, anche in casa propria. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Mt 21, 10-17
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaredi Galilea». Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. Voi invece ne fate un covo di ladri». Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: “Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

Però ricordo chi voleva un mondo meglio di così….
Vasco Rossi, Stupendo

Va bene: “forse era arrabbiato”, diciamo noi! Ci sentiamo in dovere di giustificare quel gran macello che ha fatto Gesù quando è entrato nel tempio a ribaltare i tavoli e a seminare il caos. Vorremmo un Gesù più a modo, e anche se gli scusiamo tutto – perché, se l’ha fatto, lui avrà avuto le sue ragioni – forse quelle ragioni non le cerchiamo mai abbastanza.

Nel tentativo di riscoprire quali fossero, mi sono ritrovato a pensare a quel dodicenne che nel tempio ci era rimasto tre giorni, ingannando i suoi genitori che lo credevano in cammino verso casa. Il tempio: primo amore documentato di un Gesù adolescente alla ricerca del Padre suo.

Ma gli anni passano, e anche per il Verbo Incarnato arriva il momento del disincanto: quello in cui gli ideali della prima giovinezza si scontrano con una realtà che ne sancisce la fine. “Sta scritto: ‘La mia casa sarà chiamata casa di preghiera’. Voi ne fate invece un covo di ladri”, afferma amaramente Gesù, vedendo in che stato si era ridotto il tempio del Padre suo.

C’è un brano molto bello di Vasco Rossi che parla della delusione di un adulto che si ritrova in un mondo in cui i sogni della giovinezza sono tutti infranti, e proprio coloro con cui li aveva condivisi sono quelli che invitano ad accontentarsi e a far finta che tutto sia perfetto così com’è. Il testo della canzone è ironico e lapidario: “Sì, stupendo! Mi viene il vomito… è più forte di me!”.

Eppure l’adulto della canzone rimane immobile, sospeso tra ribrezzo e frustrazione. Questa immobilità, purtroppo, è un atteggiamento che spesso appartiene anche a noi: in un presente in cui si respira dissenso e insoddisfazione su tutto, è raro vedere che qualcosa si muove.

Da parte sua, invece, Gesù si muove e ribalta tutto. Volano i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe, mentre nel tempio irrompono gli esclusi che prima erano costretti a starsene fuori: ciechi, storpi, gente ritenuta impura, che Gesù purifica insieme al tempio, rendendolo di nuovo luogo santo.

La liturgia ambrosiana ci propone questo Vangelo nel giorno in cui commemora la Dedicazione del Duomo di Milano, ed è dunque lecito raccogliere il suo insegnamento e fare i conti in casa propria: se siamo chiamati ad essere tempio di Dio, tutto ciò che in noi non fosse all’altezza di questa vocazione può e deve essere ribaltato.

Troveremo almeno un briciolo del coraggio che ha avuto Gesù?

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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