Migranti, missionari di speranza. Anche nel web

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Riflessioni a margine di un’indagine sul Giubileo.

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Nello scorso mese di aprile Eprcomunicazione, società specializzata in comunicazione e relazioni pubbliche cui sono affidati i servizi di ufficio stampa per le attività connesse alle celebrazioni del Giubileo 2025, ha reso noti i risultati di un’analisi sulla percezione dell’Anno Santo, condotta attraverso la piattaforma digitale Talkwalker. Come ha riportato il quotidiano Avvenire, lo studio ha preso in considerazione circa 23 mila conversazioni e 229 mila interazioni online registrate tra febbraio e marzo 2025 sui principali canali digitali, inclusi social media, siti di informazione, blog e forum.

Dai dati raccolti emerge che è positivo il 46% delle opinioni sull’Anno Santo in corso e sui diversi ambiti a esso riconducibili (momenti di spiritualità, eventi culturali, infrastrutture, trasporti, ospitalità, ecc.), il 42% è neutro e il 12% è negativo. A influenzare il giudizio positivo risultano, in particolare, i temi legati a fede, cultura e accoglienza, tra cui spiccano la mostra “Caravaggio 2025”, inaugurata presso le Gallerie Nazionali Barberini Corsini; il Giubileo della rinascita, che celebra il 600° anniversario delle apparizioni mariane a Monte Berico (Vicenza); e, non senza qualche stupore, il tema del messaggio dell’allora papa Francesco per la 111a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025, dedicato al tema “Migranti, missionari di speranza”.

Dall’indagine di Eprcomunicazione risulta che la combinazione di considerazioni spirituali e di richiamo all’impegno civile di questo appuntamento, previsto straordinariamente per il 4 e 5 ottobre prossimi, ha avuto un forte impatto mediatico ed è stata in grado di coinvolgere un pubblico più ampio rispetto ai soli fedeli cattolici. Se ne possono trarre due riflessioni. Alla prima, che muove dall’ambito ecclesiale, non sfugge che il messaggio riunisce, nello sguardo del Giubileo, due ambiti di particolare rilievo del pontificato di Francesco: l’attenzione alle persone migranti e quella alla missionarietà, alla “Chiesa in uscita”. In particolare, rispetto alla mobilità umana Francesco ha sottolineato dall’inizio fino, letteralmente, all’ultimo giorno del suo ministero petrino il valore – insieme umano ed evangelico – di una sincera e benevola solidarietà nei confronti delle persone migranti.

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Nel denunciare la “globalizzazione dell’indifferenza”, l’allora Santo Padre ha più volte individuato nelle persone migranti una delle categorie più emblematiche della relazione di sfruttamento e di “scarto” sempre più spesso instaurata, su differenti livelli, nei sistemi globali e nelle relazioni personali. Un diffuso recepimento di questo punto di vista, per molti versi scandaloso nel nostro tempo, è però tutt’altro che scontato.

Dal canto suo, la rilevazione di Eprcomunicazione sembra confermare che il Giubileo rappresenta un’occasione per evidenziare la vitalità della Chiesa, continuamente alimentata da fede, speranza e carità, valori che si concretizzano nella vita quotidiana delle comunità cristiane. La consapevolezza che spes non confundit, che la speranza non delude, si rivela universale e particolarmente significativa nei contesti più secolarizzati, dove il sogno di un futuro autenticamente migliore rischia di venire soffocato dalla materialità e dalle brutture del presente.

Ad oltre sette secoli dalla sua prima celebrazione, il Giubileo continua a essere un evento straordinario, da vivere con gioia e gratitudine. La sua origine, radicata nell’universale storia della salvezza, così come in quella molto concreta di un popolo e di una cultura, lo rende un momento di profonda riflessione per i fedeli, che tendono l’orecchio ai richiami della propria storia. Questo atteggiamento assume un’importanza particolare per le persone migranti, spesso percepite come prive – o persino private – di identità e memoria.

Eppure, quei “pellegrini di speranza” del Giubileo 2025 rievocano il legame profondo tra Giubileo e migrazioni. La Chiesa ha sempre considerato i migranti e gli itineranti come parte privilegiata del suo popolo pellegrinante, ribadendo più volte come nessuno sia straniero alla e nella comunità cristiana. D’altro canto, per i cristiani il Giubileo è per eccellenza un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, e le sorprese dello Spirito giocano un ruolo fondamentale nel cammino interiore e di solidarietà. Più volte papa Francesco ha sottolineato che il Giubileo del 2025 è un’occasione per riscoprire la speranza e la misericordia, elementi centrali della fede cristiana. Una seconda riflessione non può tralasciare di osservare che un rinnovato impegno per la giustizia e la pace coinvolge in maniera rilevante la politica.

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I dati che stiamo commentando sembrano confermare che la società, italiana e mondiale, dimostra in genere maggiore apertura e capacità di adattamento rispetto alla politica quando si tratta di mobilità umana. Le dinamiche migratorie sono complesse e in continua evoluzione, influenzate da fattori economici, climatici e sociali: tuttavia, la politica tende a reagire lentamente, spesso limitandosi ad approcci restrittivi e securitari, per giunta strumentalizzando il tema per fini elettorali.

Nel frattempo, a livello globale così come in Italia, la mobilità umana sta trasformando in profondità il tessuto sociale: le persone migranti sono spesso protagoniste di una “globalizzazione dal basso”, che contribuisce a generare identità e appartenenze transnazionali, che sfidano alcune delle barriere più restrittive imposte da Stati e organismi sovranazionali. Un divario tra società e politica che, anche su stimolo di un anno inteso come di rinnovamento, evidenzia la necessità di un approccio più umano e lungimirante.

Migranti-press, nn. 4-5, aprile-maggio 2025, pp. 14-15.

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