La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 30 luglio 2023

Leggi in 4 minuti

IX Domenica dopo Pentecoste. La priorità assoluta, di fronte alla quale tutto il resto può attendere. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Mc 2, 1-12
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Quando prendi un aereo, esiste un ingresso dove non c’è fila e che costa di più: si chiama “priority”, priorità. Se paghi, passi prima. La “priority” è quel che inventano anche gli amici del paralitico il giorno in cui decidono di portarlo al cospetto di un rabbì troppo famoso per non essere anche inaccessibile. Per guadagnarsela, sono disposti a pagare il prezzo di qualche fatica: calano il paralitico dal tetto, dopo averlo sfondato, incuranti di tutto e di tutti, tra le probabili imprecazioni del padrone di casa.

Gesù assiste alla scena tra meraviglia e stupore, e Marco commenta che quell’azzardo viene da lui interpretato come il segno di una fede grande. Di qui l’esclamazione: “Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati!”. Se lo sgomento degli scribi viene sottolineato, quello degli amici lo possiamo solo immaginare: Ma come? È per questo che siamo venuti? Non speravano forse di vederlo uscire con le proprie gambe, guarito?

Ma il Maestro rompe il silenzio con una domanda di cui è già ovvia la risposta: cosa è più facile? Dire che i peccati del paralitico sono perdonati oppure rimetterlo in piedi e mandarlo a casa con le sue gambe? Perché sia chiaro che non sta parlando a vanvera, ma che il Figlio dell’uomo davvero ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, Gesù esclama, rivolto al paralitico: “Alzati… e vai a casa tua!”. “Quello si alzò, prese la sua barella e se ne andò”.

Quando le priorità di Gesù non coincidono con le nostre bisogna alzare le antenne e fare bene attenzione, perché di mezzo c’è sicuramente qualcosa di importante. La lezione, stavolta, pare proprio questa: la priorità va alla relazione.

In principio c’è il legame. Tanto importante quanto delicato, il rapporto che da uomini intratteniamo con Dio rappresenta la priorità assoluta di fronte alla quale tutto il resto può attendere. Ricucire quel legame e sanarlo attraverso il perdono è la cosa più importante e il dono più atteso.

Gesù è venuto per questo. Il resto verrà da sè.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

© La riproduzione integrale degli articoli richiede il consenso scritto dell'autore.

Sostieni Caffestoria.it


Restiamo in contatto

Iscriviti alla newsletter per aggiornamenti sui nuovi contenuti

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Skip to content