La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo del 26 maggio 2024

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Santissima Trinità. Haters. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.

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✠ Vangelo
Gv 15, 24-27

Hater è un’espressione della lingua italiana, mutuata dalla lingua inglese che significa letteralmente “chi odia”. La parola oggi, si riferisce in modo specifico a coloro che manifestano ed esprimono odio attraverso l’uso della rete. Gli odiatori sono ovunque. Li riconosciamo perché usano un linguaggio violento per insultare, seminare zizzania, andare contro tutto e tutti. Politici, professionisti, star, scrittori, artisti sono i più colpiti. Ma chiunque può finire nel mirino di un hater.
(Ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna)

Nel mirino degli hater può finire anche Dio?

Le parole di Gesù, che il rito ambrosiano ci propone nella festa della Santissima Trinità, non lasciano dubbi: “Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio”.

Dunque sì, anche Dio è finito nel mirino degli hater, e ci è finito più di chiunque altro.

Ma come si può odiare Dio se Dio è amore? Perchè – in altre parole – ci deve essere il mistero di “non capire” l’amore?

È una domanda che attraversa tutta la Bibbia e che non trova risposta.

Quando Adamo ed Eva mangiano il frutto della conoscenza del bene e del male, commettendo quello che chiamiamo “peccato originale”, Dio li interroga chiedendo “perché”. Ma quando Eva spiega di essere stata tentata a sua volta, Dio non interroga il serpente. Il motivo è chiaro: la Bibbia non sa da dove salti fuori il male, ovvero l’odiare senza ragione, l’incapacità di capire l’amore.

Oggi però mi sembra di vedere uno scorcio di luce (che giustifica anche la scelta di una pagina così dura in una festa così bella): “Lo Spirito che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me. E anche voi date testimonianza…”.

C’è dunque un’eloquenza dello Spirito (che viene dal Padre, ma si trasmette a tutti i discepoli di Gesù) che può farci ritrovare la ragione, perché ha una forza così grande da farci rinsavire.

Senza ragione può capitarci (e succede) di diventare hater (degli altri, persino di Dio), ma non siamo indifesi davanti alla follia: se accogliamo lo Spirito Santo e qualunque discepolo che parli in Suo nome, ritroviamo la ragione che abbiamo abbandonato ogni volta che abbiamo perso la testa.

Questo è un buon motivo per brindare oggi. Prosit!

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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