La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 21 maggio 2023

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VII Domenica di Pasqua. Anche contromano. Aspettando o cercando Godot?. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Lc 24, 13-35
In quello stesso giorno due discepoli del Signore Gesù erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Estragone: Allora andiamo?
Vladimiro: Andiamo.
(Ma i due) non si muovono.

Samuel Beckett, Aspettando Godot

Estragone e Vladimiro sono i due protagonisti del famoso dramma di Samuel Beckett Aspettando Godot. La trama a grandi linee la conosciamo tutti: i due mendicanti aspettano in aperta campagna un certo Godot, dal quale sperano di ottenere una vaga sistemazione. Godot non verrà quella sera, ma certamente domani. Per entrambi gli atti dell’opera teatrale la promessa è questa, ma Godot non arriverà mai. Nonostante l’apparente risoluzione ad andarsene, i due non si muovono e continuano ad aspettare.

Agli antipodi di questo dramma metterei il Vangelo di oggi: il famoso brano dei discepoli di Emmaus. Diversamente da Estragone e Vladimiro, i protagonisti non si aspettano alcun incontro e sono in marcia verso una meta precisa, a pochi chilometri da Gerusalemme. Nel mezzo del cammino, l’Atteso, ormai ritenuto perduto, si accosta discretamente e cammina con loro.

In un dialogo inaspettato, si snocciolano pian piano parole nuove, che danno un senso ad una storia, la loro, della quale i due non capivano ormai più nulla. Alla fine del percorso, quella che sembrava la meta si rivela come un giro di boa, e i discepoli, finalmente testimoni della presenza di Gesù, tornano sui loro passi per raggiungere nuovamente la comunità.

Del brano di Emmaus sono possibili diverse letture: manifestazione del Risorto, parabola della liturgia eucaristica e della comunità, vicenda storica di un uomo e di una donna in cammino e così via.

Dal punto di vista esistenziale tuttavia, emerge che i due discepoli in fuga, ovvero in “cammino contromano”, non mancano di incontrare il Signore, disposto a fare con loro tutta la strada che serve perché l’inversione di marcia accada. Al contrario, come da commento alla prima edizione di Aspettando Godot:

L’uomo di Beckett, non solo non riesce a trovare se stesso, ma addirittura non si cerca più.
Carlo Fruttero, Introduzione al testo di Aspettando Godot, Einaudi, 1956.

Forse è questo “non cercarsi” che rende impossibile l’incontro con Dio. D’altra parte, il Vangelo ci indica che, a patto che una ricerca sia in atto, si realizza pure la Sua presenza al nostro fianco. Anche contromano.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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