Dedicazione del Duomo di Milano. I mattoni che ci vogliono. Commento al Vangelo del rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.
✠ Vangelo
Lc 6, 43-48
Per la festa della Dedicazione della sua cattedrale, la liturgia ambrosiana propone un vangelo che è un collage di immagini: Gesù le dipinge una ad una, realizzando una specie di rappresentazione del rapporto tra interno ed esterno, cuore e vita, profondità e superficie, preghiera e rettitudine.
“Costruire bene” non è soltanto la speranza di una coppia che sulla casa nuova ci ha messo un mutuo, ma anche la preoccupazione di un educatore, il tarlo di un pastore che ha a cuore la sua comunità, la croce e la delizia di un giovane che guarda al suo futuro; l’edificazione della propria vita, infatti, è ciò che più importa e siamo tutti in cerca delle ricette giuste.
Com’è allora che il termine “edificare” è così fuori moda?
Non solo per il fatto che il mondo sembra sfoggiare più spettacoli di distruzione che di costruzione, credo, ma anche perché, utilizzando una chiave di lettura più spirituale e interiore, pure ciò che è “edificante” è attualmente poco trendy.
Il termine “edificante”, però, chiama immediatamente in causa la sfera morale e quest’ultima, a sua volta, chiama in causa un riferimento all’assoluto, e quindi a Dio.
Se dunque Dio cade nell’ombra, anche la ricerca di ciò che è edificante sparisce.
Cito a tal proposito il cardinale Carlo Maria Martini, che in uno scambio con Umberto Eco e altri filosofi chiedeva loro: “Dove trova il laico la luce del bene?”. E aggiungeva: “So che esistono persone che, pur senza credere in un Dio personale, sono giunte a dare la vita per non deflettere dalle loro convinzioni morali. Ma non riesco a comprendere quale giustificazione ultima diano del loro operare”; e soprattutto come la “morale laica” possa risultare convincente per le grandi masse umane. Insomma, “l’etica ha bisogno della verità”.
Quel che Gesù ci propone a riguardo, infatti, è molto diretto: “Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica” è simile a uno che “ha costruito bene” perché “ha scavato molto profondo”: solo mettendo al centro le Sue parole come la verità della propria vita – afferma Gesù – si può costruire bene.
Ma se questa Parola è al di fuori del nostro orizzonte, dove potremo trovare i mattoni per “costruire bene”?
Don Alessandro
Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.
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