La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 29 ottobre 2023

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II Domenica dopo la Dedicazione. Pesci e meduse. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Mt 13, 47-52
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Nel rito ambrosiano celebriamo la seconda domenica dopo la Dedicazione del Duomo. Il Vangelo parla di un discepolo sapiente, che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche. Il Maestro ci provoca sempre, ci mischia le carte e magari ci sorprende quando legge i disegni di Dio mentre guarda i pescatori di ritorno da una notte sul mare.

Forse in un mattino di Galilea, Gesù ha guardato Pietro, il suo futuro pescatore di uomini, mentre tirava le reti a riva, e in esse ci ha visto tanti pesci diversi che gli hanno fatto pensare a quel che il Padre suo raccoglie: quante storie, quanta gente, quanti cammini entrano nel Regno che tutto abbraccia e tutti coinvolge!

Ma se il Regno dei cieli è come una rete che si riempie di ogni genere di pesci, allora il discepolo del Regno non può che essere un sapiente che sa discernere il buono, senza l’ottusa illusione che esso si presenti in una forma soltanto. Talvolta il buono si riconosce a prima vista, tra le cose antiche e le cose nuove, ma qualche altra volta il discepolo del Regno non sa dire se un percorso, una situazione, una pescata di questa enorme rete che non ha fabbricato lui, sia buona o “cattiva”.

E allora che fa? Gesù sembra dircelo tra le righe: lo scriba sapiente respira, si calma, e smette di giudicare, sapendo che il giudizio finale non è nelle sue mani né tanto meno alla sua portata, ma è compito degli angeli di Dio, che alla fine verranno a manifestare le cose nella loro intima verità.

Il discepolo del Regno fa proprio così: vive nella speranza e nella fiducia, pescando libero dall’enorme rete della grazia di Dio. Gli altri restano sulla spiaggia, con il retino dei bambini. A caccia di meduse.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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