La Parola, la Chiesa, il mondo. Commento al Vangelo di rito ambrosiano 11 giugno 2023

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II Domenica dopo Pentecoste. Piero e il coraggio di non odiare. Commento al Vangelo di rito ambrosiano, di don Alessandro Noseda.


✠ Vangelo Mt 5, 2. 43-48
In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare e insegnava alle folle dicendo: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Ninetta mia, crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio.

Fabrizio de André, La guerra di Piero

La canzone la conosciamo tutti e ci è entrata nel cuore. Non solo perché è un capolavoro assoluto della poesia e della musica, ma perché a Piero vogliamo bene come ad un fratello. Rappresenta tutti coloro che hanno avuto il coraggio di amare i loro nemici e ciò che toccò in sorte a Gesù: “Chi diede la vita ebbe in cambio la croce”.

Avete inteso che a Piero fu detto: “Sparagli Piero, sparagli ora, e dopo un colpo sparagli ancora, fino a che tu non lo vedrai esangue, cadere in terra a coprire il suo sangue”. Ma Piero è guidato da un’altra voce, e pensa tra sé: “Se gli sparo in fronte o nel cuore, soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo, a me, resterà, per vedere… vedere gli occhi di un uomo che muore”.

Perciò Piero non ci sta e ha un coraggio inaudito: quello di non odiare.

La guerra di Piero non è mai stata la guerra degli altri. La “sua” guerra, era combattere contro ciò che gli fu detto da sempre, e cioè che il nemico va odiato, e non c’è altra possibilità se non assecondare quell’impulso bestiale che finisce per coartare chi è nato figlio a non essere più fratello.

Non sappiamo se Piero abbia vinto la guerra degli altri, ma per quanto possa sembrare assurdo ormai non ci importa neanche più: quel che conta è che Piero abbia vinto la sua. Ora su di lui vegliano fiori di campo, cresciuti con sole e pioggia – doni di Dio – sulla terra di tutti.

Don Alessandro

Don Alessandro Noseda. Nato a Cantù nel 1974. Dopo gli studi classici e la formazione teologica nel Seminario di Venegono, viene ordinato sacerdote nel 2000 dal card. Carlo Maria Martini. Svolge dapprima il suo ministero a Milano come assistente degli Oratori della parrocchia di San Giovanni Battista alla Bicocca e successivamente della parrocchia del Santissimo Redentore. Dal 2007 al 2011 è cappellano presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Attualmente è parroco nella parrocchia di Gesù a Nazaret, Quartiere Adriano.

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